"Il mio primo stadio è stato il campetto rionale di Giulianova. Poi per me c'è stato un solo stadio di calcio, San Siro". Questo quanto raccontato da Marco Giampaolo durante l'intervista concessa al Secolo XIX. "Ho avuto la fortuna di vincere a San Siro. L'ho fatto anche due volte nella stessa stagione, con la Sampdoria - ricorda il tecnico blucerchiato -. E vi garantisco che è un'emozione unica. La 'scala del calcio'. Il tempio. Ti trasmette una sensazione straordinaria che non avevo mai provato. Perciò non sono d'accordo se qualcuno mi dice 'vai a San Siro a giocartela tanto non hai niente da perdere'. Perché la mia squadra deve vivere ogni partita con la consapevolezza di potercela fare, con l'ambizione di poter fare il risultato. In fondo poi quelle di San Siro sono partite che hanno un fascino particolare, che ti sollecitano un altro livello di attenzione, che ti danno una visibilità diversa. Questo vale per un allenatore, ma anche per i giocatori. Soprattutto per gli stranieri, la prima volta che scendono in campo a San Siro restano quasi impietriti, intimiditi".

E adesso la sua Samp torna proprio a San Siro per affrontare il Milan. "Violare San Siro è un risultato che brilla, luminoso - sottolinea Giampaolo -. Perché poi il calcio italiano è il Milan, è l'Inter. Per La Samp sarà l'ennesima prova. Perché per giocare in stadi come San Siro devi avere il carattere e il vissuto per sostenere certe pulsioni. Il nostro pubblico ci ha fatto vincere tante partite. Ma per coinvolgerlo, dobbiamo sempre tenerlo dalla nostra parte. Attraverso il gioco, il carattere, la determinazione, l'orgoglio, il senso di appartenenza. Anche in trasferta, anche a San Siro".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 26 ottobre 2018 alle 11:14 / Fonte: Secolo XIX
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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