"Dobbiamo comportarci da squadra, rispettare l’allenatore e le sue regole. Il tecnico in questo momento è il governo che dà le indicazioni: gli italiani devono applicarle. È questa la strategia per vincere la partita. Le regole sono chiare: stare a casa e usare tutte le precauzioni igieniche possibili. Vedo in tv ancora troppa gente per strada. Non va bene. L’avversario è un nemico silenzioso, subdolo. È la prima volta nelle nostre vite che ci troviamo ad affrontare una sfida come questa e per vincerla serve il contributo di tutti. Dobbiamo farlo per noi, per il prossimo e per chi è impegnato al fronte: medici, infermieri, operatori sanitari. Il modo migliore per ringraziarli è osservare le regole". Così Claudio Ranieri, tecnico della Samp, il club di Serie A maggiormente colpito dal coronavirus. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'allenatore romano ha sottolineato i doveri ai quali tutti dobbiamo assolvere in un momento così delicato.

Questa storia cambierà probabilmente alcune politiche discutibili intraprese negli ultimi vent’anni in diversi paesi dell’Europa Occidentale, Italia compresa, come lo smantellamento della sanità pubblica.
"Da noi il livello è ancora tra i migliori in assoluto, anche se il Sud non è attrezzato come il Nord. Spero che nel Meridione il virus non dilaghi, perché sarebbe un problema contrastarlo. Concordo sul fatto che questa storia sarà una lezione per tutti: bisogna essere previdenti e attrezzarsi. Abbiamo una struttura importante come la Protezione Civile e va sostenuta".

La Sampdoria è una delle squadre italiane più colpite dal Coronavirus.
"La prima reazione fu di allarme. Mi sono spaventato. Poi però, parlando con i calciatori e sentendo che la situazione era sotto controllo, mi sono tranquillizzato".

Questa pandemia provocherà una profonda recessione economica.
"E sarà un’altra battaglia da affrontare. Ora però la priorità è la salute. Per questo, se tutti rispetteremo le regole, supereremo prima questa tragedia. Guardate la Cina: ha chiuso tutto e ha superato l’emergenza".

Il calcio, soprattutto a livello europeo, ha reagito in ritardo. L’Uefa alla fine ha deciso di rinviare l’Europeo al 2021.
"Era inevitabile e mi pare un provvedimento sensato. Questo permetterà ai campionati nazionali di ricominciare l’attività senza fretta e nel rispetto delle norme di sicurezza. Il calendario sarà stravolto, si giocherà d’estate, ma lo faremo con il sorriso. Il calcio che riprende è un segnale della vita che torna alla normalità".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 19 marzo 2020 alle 10:04 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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