"Ci sono cose del mondo del calcio che non ho mai capito. E che adesso, sinceramente, non sopporto proprio più. Parlo di chi ha ancora voglia di polemiche di fronte alla tragedia abbattutasi sul mondo, alle centinaia, migliaia di morti che ogni sera inondano i nostri telegiornali, mentre Bergamo e altri parti di Italia vivono un supplizio biblico". Lo scrive Matteo Marani oggi su Tuttosport. "Ma agli ultimi giapponesi della rissa verbale, sempre più patetici, non interessa nulla - aggiunge il giornalista -. Stanno a casa, o almeno lo speriamo, ma non stanno ancora nel silenzio necessario. Contro Zhang, contro Higuain, contro tutto e tutti. Ognuno ha obiettivi e ragioni proprie, ci mancherebbe altro. Mai discutibili, mai sindacabili, sempre giuste. Insopportabili in tempo di pace ma intollerabili nel dramma odierno. A lungo, mentre il virus si espandeva e attaccava i polmoni di migliaia di persone, i due partiti del tifo erano ancora a litigare sul giorno di Juventus-Inter, come se i contagi costituissero un’appendice di Calciopoli, del famoso rigore non dato a Ronaldo, dello scudetto di Sivori contro la Primavera dell’Inter nel 1961. Che pochezza e che malinconia, cari miei. Siamo onesti: l’immagine del pallone esce devastata da questa epidemia. Non perché si sia dovuto fermare il business ma perché ha dimostrato al resto della società di essere un mondo viziato, privilegiato, superficiale, in cui le regole non sono seguite come altrove, ma si interpretano soltanto a proprio piacimento". 
 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 22 marzo 2020 alle 11:15 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print