"Antonio Conte sbaglia spesso modi e toni delle risposte, specie dopo che ha perso. Eppure resta uno dei migliori allenatori per provare a vincere uno scudetto. Nei giorni in cui è facile istruire processi al suo operato, varrà ricordare che il Feroce Salentino è stato preso per vincere lo scudetto, 10 anni dopo Mourinho, e non per la Champions, come ha provato a fare la Juve cambiando gestione. Non sarebbe giusto, né intellettualmente onesto, ridurre dunque il giudizio sull’annata di Conte a quanto è successo mercoledì a San Siro". Lo scrive Matteo Marani oggi su Tuttosport. "È doloroso, per carità, molto criticabile, ma è transitorio. Nella furia del dopogara, Conte ha detto anche una cosa vera: all’Inter, tra andata e ritorno contro lo Shakhtar, le occasioni per vincere non sono mancate. Ma le ha fallite tutte. Come fallimentare è ora il riflesso dell’uscita dalla Champions, nel senso che il mancato passaggio agli ottavi – come più grave conseguenza – si porterà dietro la perdita di 15 milioni d’euro, utili per il potenziale mercato di gennaio. Conte dovrà perciò giocarsi le sue carte senza ulteriori pretese".

"In pochi giorni si dovranno digerire amarezza e contraccolpo dell’esclusione dalla Champions – unica italiana fuori dell’Europa – e trasformarla in energia e benzina con cui dare l’accelerata in campionato - spiega Marani -. Conte ha parlato spesso di “percorso”, di attenzione ai dettagli della Pinetina, dei quattro anni utilizzati dal Liverpool di Klopp per vincere. Sono armi dialettiche, schermaglie, diversivi, che non servono a comprare tempo. È del tutto evidente che tra pochi mesi si scriverà la parola finale sul Conte nerazzurro. È a un bivio: o vince o perde lui. Ed è inevitabile che suoni come un referendum".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 13 dicembre 2020 alle 10:38 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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