Anche Matteo Marani parla del momento negativo a livello arbitrale in Italia. Come scrive il giornalista su Tuttosport, questi sono "i giorni in cui abbiamo toccato l’Abisso", con chiaro riferimento all'ultima direzione di gara del fischietto palermitano in Roma-Torino, con i granata palesemente penalizzati. "Qualcuno è andato a ripescare errori antichi di Abisso, ma vale ricordare che quello di Roma era il suo primo rosso della stagione - scrive Marani -. Non sono in grado di stilare una valutazione complessiva su un direttore di gara, credo tuttavia che Abisso non sia né il migliore né il peggiore della categoria, semplicemente è incappato in una serata sbagliata, brutta e da cancellare in toto. Il mondo arbitrale ha vissuto una mutazione profonda. In estate è uscito il più forte arbitro italiano, Gianluca Rocchi: come se al Milan mancasse di colpo Ibra. È rimasto Orsato tra gli esperti, ma gli altri stanno crescendo. Anche la squadra degli arbitri vive di generazioni, non tutte fortissime, e ha bisogno di aiuti, rinforzi, energie, invece assistiamo da anni a un progressivo depauperamento delle risorse. Sempre meno giovani si avvicinano alle sezioni locali, dove un tempo – senza risalire a Lo Bello, Casarin e Agnolin - entravano i giovani Braschi, Rizzoli, Collina e Rosetti, questi ultimi due a capo oggi degli arbitri Fifa e Uefa, giusto per ricordare. I rimborsi erano soddisfacenti, la guida era meritocratica e meno politica, cioè gli osservatori pesavano di più dei voti locali, esisteva un riconoscimento superiore del ruolo. Anche negli Anni 50 o 60 si ingiuriava l’arbitro dagli spalti, in campo invece c’era un rispetto maggiore. Mi riferisco in questo secondo caso a quanto avvenuto a San Siro mercoledì, con Massa inviato da Insigne a espletare funzioni organiche. È vero che la parola scappa, ma non si può rendere l’offesa regola. È diseducativo per i ragazzi del calcio giovanile e pericoloso per gli arbitri che nelle serie minori hanno meno tutele e difese. Non è permalosità, che può pure essere alla base della decisione di Massa, ma se passa il principio che è legittimo mandare a quel paese colui che garantisce il rispetto delle regole, salta il banco, si annulla un sistema fatto di principi e di norme. Ragionamento da estendere agli insegnanti dei nostri figli, ai magistrati che giudicano, a tutte le autorità chiamate a imporre le leggi. Bisogna accettarle e non attaccare chi le applica, che non è un nostro nemico. Una giornata a Insigne mi sembra una sanzione tenera. Gli arbitri sbagliano molto, per questo accanto al miglioramento nell’uso del Var, forse da usare anche per i secondi gialli che divengono rossi, bisogna investire sulle nuove generazioni. Non sarà mai la tecnologia, da sola, a restituirci un calcio più regolare ed equo, saranno invece quei ragazzi che con coraggio entrano in sezione con il sogno di essere Collina. Ecco: salviamo questa speranza". 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 20 dicembre 2020 alle 10:42 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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