"Noi eravamo all’avanguardia negli anni Sessanta. Nei Settanta abbiamo vinto con la tradizione del Trap. Sacchi ci ha riportati nel futuro alla fine degli Ottanta. La terza via di Capello e Lippi ci ha tenuti sull’onda nei Novanta. Dopo i successi di Ancelotti e Mourinho nel nuovo millennio, ci siamo fermati, incapaci di rinnovarci come gli altri. Ora qualcosa si muove, grazie ai giovani allenatori che hanno preso coraggio dall’esempio vincente della Nazionale di Roberto Mancini. Ma bisognerà spalare ancora tanta terra per riempire il fossato che ci separa dai migliori". Lo scrive stamane Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport, alla vigilia di Inter-Liverpool, gara che segna il ritorno delle italiane nelle coppe in questa seconda fase di stagione. "Difficilmente Brozovic riuscirà a portar palla, fare una giravolta su se stesso e scaricarla, come fa spesso in Italia. Cagnacci da pressing come Henderson non glielo permetteranno - spiega Garlando -. Dumfries e Perisic hanno dominato anche a Napoli. Contro i terzini più forti del mondo, Alexander-Arnold e Robertson, sarà un’altra storia. E poi gli uomini gol, una coppia da 41 gol stagionali: Salah (23) e Mané (18). Due incubi che nelle notti di Champions fanno ancora più paura. Nell’edizione 2017-18 andarono in doppia cifra entrambi: 11 Salah, 10 Mané. Una Champions da 21 gol in due. Spaventosi. Ma l’Inter ha i gol per controbattere, a cominciare da quelli di Edin Dzeko. I soggiorni in Bundesliga, Premier e Serie A gli hanno forgiato un’anima internazionale. L’esperienza dell’età e di piazze importanti (Barcellona, Arsenal, Manchester United, Inter), in tipi di calcio diverso, sono anche la ricchezza di Alexis Sanchez che giocherà accanto a Dzeko. Sei anni in Premier League lo hanno allenato ad affrontare il Liverpool. La militanza in club di lusso lo hanno reso cittadino di Champions: 13 gol segnati".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 15 febbraio 2022 alle 12:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print