"A pensarci bene, tutta la vita di Edin Dzeko è una rincorsa, una specie di rimonta. Le cicatrici indelebili e pesanti del suo viaggio si confondono con la leggerezza dei gol e dei segni lasciati sul campo. Tutto comincia con l’interminabile assedio di Sarajevo, i cecchini e le bombe che incombono anche sui bambini come era lui – nei primi anni Novanta –, la consapevolezza che la morte non è un gioco. Ancora adesso i fuochi d’artificio, per chi è cresciuto in quel modo nel cuore dell’Europa, anziché essere un segno di festa restano un incubo da evitare". Lo scrive la Gazzetta dello Sport, che sottolinea i meriti del bosniaco, ancora protagonista nonostante la carta d'identità ingrigita. Wolfsburg, City, Roma e ora Inter. "Dzeko è uno dei pochi centravanti, di livello mondiale, che oltre a essere un bomber è anche un 10, organizzatore di gioco, regista offensivo. In questo senso il gigante dell’Inter è simile a Benzema, l’ultimo Pallone d’oro, un genere che sembra in via di estinzione - si legge sulla rosea -. La bellezza non ha bisogno di essere pomposa, può anche rimanere sobria come succede adesso, nell’Inter, con Dzeko e il suo calcio. Oggi la sua leadership è indiscutibile: per l’Inter pesa come succedeva a Ibrahimovic nel Milan, fino a qualche tempo fa. È giusto che il club di Zhang ne tenga conto pensando al rinnovo di Dzeko e a una eventuale intesa col Chelsea per il riscatto di Lukaku".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 22 gennaio 2023 alle 09:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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