Grande risalto alla sfida nella sfida del derby di Milano tra Lukaku e Ibrahimovic sulle pagine del Corriere dello Sport. Si parte dalla fine, dalle parole urlate dal belga dopo il 3-0 per affermare la superiorità sua e dell'Inter: "I am the best. Tu passamela, te l’ho detto c...» tradotta in milanese, con i puntini o un opportuno “beep” sull’ultima parola, l’esclamazione di Romelu Lukaku dopo il gol, il tre a zero, il colpo di grazia al Milan nel derby e forse in campionato, suona: «Ghe pensi mi». (...) Oggi il derby sono loro, Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku, in ordine di calendario, la loro sfida è diventata mediatica, anche se si è esaurita, per quel che riguarda la parte rusticana, quella notte di gennaio. La loro sfida, testa a testa, tramandata da murales, copertine, social e tra un po’ sui francobolli, è anche una metafora di quello che significa il derby 2020-21: una partita che, per la prima volta dopo dieci anni, vale per la testa, per lo scudetto. E se lo vale, il merito è anche loro, dei duellanti. I due si ignorano, le parole, gli insulti, i processi sono il passato. Il presente è vincere questa partita, il presente sono loro e loro sono Milan e Inter. Non si sfiorano, non si guardano, rimangono nelle loro zone di competenza, Ibra sprona i suoi ma anche Lukaku non scherza come leader, dialoga con Conte e con i compagni. Indica, si muove. Zlatan e Romelu Ricordano un vecchio film: “Il vento e il Leone”. Zlatan è il leone che si muove in uno spazio circoscritto, ha un raggio d’azione che è quello dell’area avversaria o poco di più, il suo segreto è farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Romelu è il vento, soffia dove vuole, non ha un posto fisso, fa anche il terzino (nel finale). Fa tutto in questo pomeriggio senza le luci a San Siro, una rarità il derby di giorno da quando è cominciata l’era della paytv". 

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 22 febbraio 2021 alle 09:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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