"Valla a vedere, valla a vedere". "Questo - riferisce il Corriere dello Sport - gridava Antonio Conte, sabato pomeriggio, all’arbitro Piccinini che, con una sicurezza totalmente fuori luogo, aveva appena agitato le braccia in segno di diniego, calcando il gesto quasi a sottolinearlo, sul fallo da rigore di Balogh su Perisic". Che fine ha fatto l'idea di utilizzare la Var con maggior frequenza, invocata mesi fa da Gravina?

"Perché è chiaro che in questo scalcinato inizio di campionato arbitrale, qualche punto fermo c’è e uno riguarda il (non) uso, del Var - sottolinea il Corsport -. Siamo passati da un eccesso all’altro, da che si andava a scorgere al monitor anche le mosche ad ora che i falli più evidenti vengono bellamente ignorati. Con la tecnologia relegata ad un mero esercizio per geometri sui fuorigioco. I due rigori fischiati dall’improvvido Giacomelli (finito lo smalto, ottenuta quella che è a tutti gli effetti una deroga, è tornato un arbitro di medio-basso livello) e quello non fischiato da Piccinini hanno aperto alle polemiche, dopo appena 6 giornate. I due saranno, ovviamente, mandati a meditare (c’è anche la serie B da quest’anno da dove ripartire, chiedere a Valeri). Non sono quelli gli unici errori. Il fallo di Foulon su Lozano in Benevento-Napoli (arbitro Doveri), il mancato rosso a Kessié nel derby di Milano (arbitro Mariani), il penalty dato alla Samp con Mojica completamente girato e quello inventato all’Atalanta con Keita che non tocca Zapata (arbitro Calvarese, e qui addirittura il Var è entrato in azione, non ascoltato, servono altre prove?). Ha ragione chi sostiene che il challenge (la chiamata dalle panchine) non serve, a patto che il Var controlli e che l’arbitro in campo si faccia... controllare". 

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 03 novembre 2020 alle 10:28 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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