Vincenzo Grifo è l'uomo nuovo della nazionale azzurra. Il 27enne esterno del Friburgo, da tempo nel giro della nazionale di Mancini, si è ritagliato il ruolo di protagonista nell'amichevole con l'Estonia. Ecco le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

Come andò con la Lazio?
"Avevo 18 anni e Tare era intenzionato a tesserarmi per i biancocelesti, mi voleva a tutti i costi a Roma. Ma insieme ai miei parenti decisi che era meglio stare vicino alla mia famiglia. Ero troppo giovane. Era la prima volta che uscivo di casa e preferimmo la vicina Hoffenheim".

Invece con la maglia azzurra è stato amore a prima vista.
"Con Evani nell’Under 20 giocavo e segnavo ed è stato bello che contro l’Estonia ci fosse proprio lui in panchina. Devo tanto a lui, ma soprattutto sono grato al c.t. Mancini che mi ha voluto in questo bellissimo gruppo. Mi sono sentito subito in una famiglia e ora devo ripagare la fiducia di tutti loro".

Si è rassegnato a restare in Bundesliga?
"No, sono orgoglioso di essere italiano e mi piacerebbe giocare un giorno in Serie A... Ma a 27 anni devo essere razionale: cambio solo per un’opportunità vera. Insomma, se arrivasse una grande, mai dire mai".

È vero che tifa Inter?
"Avevo sette anni quando mio nonno e mio padre mi regalarono la felpa di Roby Baggio: quei colori nerazzurri mi stregarono subito. Ma ora sono un professionista, ho messo alle spalle le passioni da bambino".

Il suo sogno attuale?
"Beh, meritarmi la convocazione per l’Europeo. So che non è scontato e devo impegnarmi al massimo per raggiungere questo traguardo. Intanto nel Friburgo sono partito con due gol e quattro assist. Ce la metto tutta".

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 13 novembre 2020 alle 11:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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