"C’è chi parla di fase due dell’Inter di Suning, dando un senso alle operazioni di questa elettrizzante estate, dall’arrivo di Conte in panchina al colpo Lukaku. In effetti, dal punto di vista tecnico, e anche mediatico, stiamo assistendo a una pesante campagna di rafforzamento che mira a posizionare il club al vertice in Italia e a renderlo più competitivo in Europa. Tuttavia, dall’avvento del colosso di Nanchino è stato un continuum di investimenti e strategie aggressive. Sono cambiati, semmai, i fondamentali di bilancio dell’Inter, che è riuscita a riequilibrare la gestione e ora può permettersi di assecondare in maniera più solida il suo piano di crescita". Questo quanto evidenzia oggi la Gazzetta dello Sport, confermando l'ottimo lavoro svolto fin qui dal sodalizio asiatico.

Partendo da una situazione critica, Suning ha rimesso i conti a posto e, contemporaneamente, riportato l'Inter in Champions League, passaggio obbligato per tutti quei club che aspirano a primeggiare. E così i debiti sono scesi, i fatturati sono saliti e il mercato ne ha giovato. "E veniamo al 2019-20. Tra acquisti e riscatti, considerando stipendi, ammortamenti, prestiti, la somma delle spese annue è di circa 85 milioni (24 per il solo Lukaku) - si legge -. Poi c’è Conte, che vale come un top player (16 lordi, se rientrasse nelle nuove agevolazioni fiscali). Togliendo i risparmi derivanti dalle cessioni e il venir meno dello stipendio e della risoluzione di Spalletti, l’incremento netto dei costi di quest’anno è stimato al momento attorno ai 50 milioni. C’è da dire che l’Inter, avendo già raggiunto l’equilibrio contabile, un leggero margine d’azione ce l’ha, ma farà senz’altro leva sulle plusvalenze, oltre alla ventina di milioni di Karamoh e Puscas, e sulla crescita di altre voci di entrata. Suning non ha problemi a foraggiare la squadra, ma predica la sostenibilità".

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 10 agosto 2019 alle 10:01 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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