Periodo nero per l'Inter e nerissimo per Andrea Ranocchia. La Gazzetta dello Sport analizza: "Resta la sensazione dell’eterna promessa che a 27 anni (tra 10 giorni) non riesce ad esplodere. Gemello di Bonucci ai tempi di Bari, per molti addetti ai lavori Ranocchia avrebbe una tecnica migliore ma non ha fatto altrettanta strada perché troppo «buono». Non ha il sangue agli occhi e la cattiveria dello juventino. La sensazione è che non sia un leader naturale e che per fare il salto di qualità dovrebbe avere al fianco un «totem» alla Samuel: Juan Jesus, invece, è tutto istinto e ha 23 anni. Vero anche che molto lo fa pure il contesto in cui giochi. Inserirsi dentro un complesso già rodato come può essere stata la Juve è più agevole rispetto all’arrivare in un’Inter svuotata dal Triplete e che ha cambiato più volte allenatore e sistema di gioco ogni stagione. Essere arrivato in nerazzurro (gennaio 2011) in cambio della seconda metà di Destro non è stato il biglietto da visita ideale. Lui ci ha messo del suo con alcuni errori - per un assist a Di Vaio in un Inter-Bologna 0-3 non ha dormito due giorni -, tanto che nel gennaio 2014 la dirigenza ha cercato di venderlo per fare cassa ed evitare di perderlo a zero euro, avendo un contratto in scadenza nel 2015. E’ stato a un passo dal Galatasaray di... Mancini, ma è rimasto e la svolta è arrivata la scorsa estate. Uno come Conte, il c.t. della Nazionale, ha fatto di tutto per portarlo alla Juve dopo averlo allenato ad Arezzo e Bari. L’Inter, dal canto proprio, ha fatto di tutto per trattenerlo e gli ha offerto la fascia del dopo Zanetti. Andrea ha scelto di rimanere all’Inter, rinnovando fino al 2019. L’annuncio arriverà a giorni per questione tecniche". Ma resta quella sensazione fastidiosa di insicurezza che potrebbe pregiudicarne il futuro in nerazzurro.

Sezione: Rassegna / Data: Ven 06 febbraio 2015 alle 10:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print