Il match fra Inter e Roma è indubbiamente il piatto forte della giornata post-sosta. E i due club hanno in comune il fattore-Cina: da una parte c'è il Jiangsu Suning che non molla Ramires, dall'altro ci sono le sirene attraenti per Radja Nainggolan. Trattative che parevano già chiuse prima delle brusche frenate. "Ieri due docce fredde hanno movimentato il pomeriggio - racconta la Gazzetta dello Sport -. Se nella Capitale tutte le attenzioni erano per l’assalto a Radja Nainggolan del Guangzhou Evergrande, sulla sponda interista lo stop dello Jiangsu per Ramires ha avuto un impatto altrettanto significativo. Cosa è successo? Dalla Cina è arrivata la notizia che i vertici del Partito Comunista hanno imposto una brusca frenata agli affari da capogiro anche sul mercato interno. Tutta colpa della querelle nata attorno a Aubameyang. Anche in questo caso il club di Fabio Cannavaro aveva messo le mani sull’attaccante franco-gabonese per una cifra di 72 milioni di euro, più un ingaggio da 18 milioni di euro netti all’anno per il giocatore. Cifre ovviamente da raddoppiare per la luxury tax. Poi l’agente dell’ex milanista ha intavolato una trattativa con lo Shanghai Sipg, disposto a concedere un surplus di 12 milioni agli intermediari. Un’asta selvaggia che in Estremo Oriente ha fatto scalpore. Tant’è vero che nelle ultime ore il Partito ha deciso di bloccare tutto, compresa l’operazione-Nainggolan. Ciò spiega come mai a Nanchino si siano improvvisamente irrigiditi su Ramires dopo le aperture dei giorni scorsi. In questa fase calda evidentemente la famiglia Zhang non può rischiare di subire uno stop dall’alto per la sostituzione del brasiliano tanto caro a Spalletti. Così lo Jiangsu prende tempo. Certo, in Cina il mercato chiude il 28 febbraio: da quelle parti sperano che la tempesta passi prima, ma in Italia i tempi sono molto più ristretti".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 16 gennaio 2018 alle 09:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print