"Il voto favorevole del Consiglio comunale sul pubblico interesse del masterplan rossonerazzurro ha sì dato una spinta ai club milanesi ma le condizioni imposte sono tante e soprattutto quella della salvezza dello stadio di oggi e della sua trasformazione porta su un’altra strada. Perché, come ha detto il sindaco Beppe Sala, «il progetto così com’è non va». Lo stadio nascerà sotto forma di Cattedrale di Populous o di Anelli di Sportium-Cmr, ma San Siro in qualche modo raddoppierà e la partita vera tra i club e la politica si giocherà qui. Soprattutto su un tema, ovvero cosa potrà restare in piedi del Meazza perché il progetto delle squadre passi definitivamente la tagliola comunale e resti economicamente sostenibile". Questo quanto scrive stamane la Gazzetta dello Sport circa gli aggiornamenti sul progetto di Inter e Milan per la costruzione di un nuovo stadio.

"Inter e Milan si aspettavano un sì condizionato ma alcuni dei 16 paletti imposti al progetto sono molto rigidi - sottolinea la rosea -. Inter e Milan da un paio di settimane avevano capito che buttare giù il Meazza per costruire un’ampia zona commerciale al suo posto stava diventando un’ipotesi sempre più lontana dalla pancia della città e dalla politica e hanno cominciato a lavorare ufficiosamente sulle alternative. Ma quali possono essere? Di certo il Meazza non può restare come è adesso. Basti pensare che San Siro è alto 68 metri, mentre lo stadio 2.0 non supererà i 30 per ridurre l’impatto ambientale-sonoro sulla zona. Lo stadio diventerà un’arena più piccola per il calcio femminile o per le giovanili? Il Comune insiste molto sulla «vocazione sportiva» del distretto di San Siro (altra condizione approvata lunedì), ma è chiaro che uno stadio in miniatura non è una soluzione che accontenta i club, pronti a investire 1,2 miliardi per il progetto. Si conserverà il profilo storico dello stadio (il secondo anello) e tutto sarà riconvertito in zona commerciale in grado di generare ricavi? Questa opzione è più vicina alle idee delle società. Però come detto sempre (e ribadito ieri) da Inter e Milan, è fondamentale la copertura economica del masterplan. Demolire il Meazza costerebbe circa 45 milioni e un abbattimento completo sarebbe, per così dire, molto più semplice. Se si dovesse salvare una parte di stadio, invece, tutto sarebbe più complicato, lungo e costoso: si dovrebbe smontarlo pezzo per pezzo e la crescita della spesa sarebbe non indifferente. Si può stimare che una «riqualificazione» possa impattare per non meno di 200-250 milioni, ma la cifra potrebbe crescere. San Siro è la sede primaria per il nuovo stadio ma se davvero fosse impossibile tenere in piedi il progetto, al quale l’Inter lavora da circa 3 anni, allora la prua della barca punterebbe verso Sesto San Giovanni, dove l’ex area Falck, uno spazio da 1,4 milioni di metri quadrati, è pronta ad accogliere il nuovo stadio rossonerazzurro".

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 30 ottobre 2019 alle 09:46 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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