"Kuzmanovic non è Iniesta e nemmeno di Modric, però questo è il livello della Serie A: turiamoci il naso e facciamocene una ragione". Quasi con dolore, la Gazzetta dello Sport esalta a suo modo la prestazione del serbo. "Contro il Verona il suo continuo martellare sul settore destro del centrocampo ha prodotto cross, lanci, passaggi, tiri. L’utilità di Kuzmanovic è fuori discussione e la dimostrazione si ha quando i nerazzurri restano in dieci per l’espulsione di Medel: lui si rimbocca le maniche, capisce che è il momento di fare legna e non si tira indietro. Sono 79 i tocchi di Kuzmanovic, 61 passaggi (soltanto 8 sbagliati) e 4 conclusioni (un palo). In pratica: cuce la manovra, rammenda qua e là, aiuta a chiudere i buchi che si aprono in mezzo e, appena ne ha l’occasione, si butta in avanti a cercare la gloria. È un contributo da giudicare più in termini di quantità che di qualità, questo è vero, però non vanno dimenticati i 3 lanci recapitati ai compagni d’attacco, le 3 sponde e, soprattutto, le 4 occasioni create. Lì sulla destra, viaggiando in tandem con Nagatomo, Kuzmanovic spinge e mette sulla difensiva l’avversario". Sempre la rosea, poi, spiega come sia Medel quello che alla fine totalizza il maggior numero di tocchi nonostante resti in campo poco più di un tempo: "Sia ben chiaro, Medel non è Xavi o Pirlo: stiamo parlando di un pitbull cui Mazzarri affida la costruzione della manovra. Una volta, in quel ruolo, c’era Luisito Suarez... Direte che siamo inguaribili nostalgici, ma quello era il calcio, questo è soltanto una brutta copia". ​ 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 10 novembre 2014 alle 12:54 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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