Un gol a partita: questo il ruolino di marcia di Romelu Lukaku a inizio stagione. Inter o Belgio la musica non cambia: gol, gol e ancora gol. "Come sempre i numeri spiegano molto delle prestazioni ma non certo tutto - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. Oltre il dato realizzativo c’è molto di più, soprattutto pensando al fatto che Romelu non è certamente ancora al massimo della sua condizione fisica e non ancora totalmente dentro gli schemi dell’Inter. Però è già leader, dentro e fuori dal campo. La Milano nerazzurra lo ha accolto da re e il fatto di aver preferito l’Inter alla Juventus gli dà quasi uno status di divinità. E poi tutti lo adorano per quella sua umiltà da antidivo, per la sua educazione e per quel sorrisone contagioso da gigante buono che usa come biglietto da visita con chiunque incontri, alla Pinetina come a spasso per la città. A San Marino, ad esempio, ha soddisfatto una lunga coda di fan a caccia di selfie senza batter ciglio, senza una smorfia o un segno di insofferenza, nella stessa settimana in cui era finito sulle prime pagine di tutto il mondo per i buu razzisti di Cagliari e per una battaglia che vuole vincere a tutti i costi: «Le mie parole sono state poche ma potenti, tutti hanno capito – ha sottolineato ancora Lukaku in Scozia -. Ora penso che la Serie A si stia muovendo, spero che la Uefa e la Fifa saranno le prossime. E mi auguro anche la Football Association, perché molti miei amici giocano in Premier League. Ora però voglio concentrarmi solo sulle mie prestazioni»". E ora nel mirino c'è l'Udinese.

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 11 settembre 2019 alle 08:37 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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