Altro focus della Gazzetta dello Sport sul lavoro fin qui inappuntabile di Luciano Spalletti, in grado di aggiustare l'Inter con poche, ma chirurgiche mosse. Martellamento tattico e mentale, dai movimenti difensivi alla cura dei dettagli come le rimesse laterali. " Dopo due test imballati in ritiro, nella tournée asiatica sono arrivati il gioco e il propellente dei risultati - si legge -. Nel frattempo Spalletti ha sì iniziato a parlare singolarmente ai suoi. L’indolente Miranda si è trasformato in un leader, Nagatomo ha ridotto al minimo sindacale le amnesie difensive, D’Ambrosio ora può anche prendere tre «cazzotti» da Perotti all’Olimpico ma resta sempre in piedi e alla fine il pugno giusto lo piazza lui. Discorso simile per Candreva, che si faceva la fascia avanti e indietro anche in aprile ma adesso ha un altro linguaggio del corpo, ci crede di più. Joao Mario aveva chiuso la stagione scorsa lasciando la panchina con l’amico Gabigol nel finale contro la Lazio (21 maggio) quando Vecchi aveva scelto un compagno per l’ultima sostituzione. Con Spalletti sta reagendo alle sollecitazioni con lo spirito opposto. Mi tieni fuori? E allora quando entro ti cambio la partita. Come contro Fiorentina e Roma. Gagliardini invece ci ha messo un po’ di più a carburare ma grazie al lavoro ad Appiano durante la sosta ha azzannato la Spal ruggendo su ogni pallone. E Spalletti è sicuro che presto che batteranno un colpo anche Brozovic e Ranocchia. Il difensore attende la sua occasione. Il croato ne ha già avute due (con Fiorentina e Spal), ma più che «folto che ruota molto» (Spalletti dixit esaltando Marcelo) per ora siamo ancora al folto che s’incasina molto. Vedi un paio di palloni sanguinosi persi domenica. Eppure Luciano sul sacro quaderno ha annotato pure l’innesco dell’azione del 2-0 e un paio di guizzi. Ed è convinto di vincere anche questa scommessa".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 12 settembre 2017 alle 09:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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