"Piove sul bagnato. Ci sono certi periodi in cui, qualunque cosa tu faccia, ti gira male e sembra che non ci sia rimedio. Reagisci alla legnata, finalmente trovi un gioco discreto, poi arriva l’episodio che ti riporta nel caos. Le provi tutte, persino un cambio improbabile a un minuto dalla fine quando l’unica cosa che non dovresti fare è perdere tempo, rompere l’ultimo respiro. Ma l’aveva chiesto Icardi. E ripiovono fischi su Mazzarri prima e l’Inter tutta poi. Che mica perde, ma in questi momenti è come se. Ci vorrebbe un amico, e San Siro non lo è. Per niente. Qualche incoraggiamento da parte dei tifosi durante la partita, momenti di euforia alla rimonta. Sprazzi di riconciliazione. Ma nel momento del bisogno, lo stadio semivuoto non aiuta. Così il Verona in maggioranza per quasi un round, raggiunge l’Inter con una combinazione dei rinforzi appena entrati: tacco di Saviola in area, stoccata di Nico Lopez. Amen. C’è persino l’illusione del tiro di Dodò, poco prima del fischio di Rocchi e dei fischi di San Siro. Tanto per masticare ancora più amaro. Peccato per l’Inter perché stavolta meritava di più. Peccato perché Toni perdona e Icardi no. Perché il Verona ha punto solo dopo l’espulsione di Medel, arrivata troppo presto nel secondo round. Giusta eh, perché fa muro da pallavolo sulla mezza rovesciata di Juanito Gomez. Ma non c’è nulla da capire. Anche in partite romanzo come questa (vantaggi, sorpassi, pali, traverse, rigori sbagliati e agganci) di questi tempi paga sempre un po’ di più l’Inter. E Mazzarri deve bere l’amaro calice fino in fondo. Thohir in tribuna (ma quando vince l’Inter con lui presente?) voleva punti a partire dal Verona. Uno solo rimette WM nel frullatore di ET. Per il tecnico sarà una sosta di cupi pensieri e ansie perché poi ci saranno il Milan e la Roma. A voler pensare positivo, sono anche buone occasioni per rinascere". Così la Gazzetta dello Sport riassume la serata 'stregata' di ieri al Meazza e si proietta al dopo-sosta. 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 10 novembre 2014 alle 10:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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