C'era da scegliere tra lui e Soriano, e l'Inter ha scelto lui. Eder è arrivato a Milano perché mancavano i gol. Ma finora, l'oriundo, non ha ancora timbrato il cartellino. Come spiega la Gazzetta dello Sport, però, non è tutta colpa sua: "Giocatore capace di corse e sacrifici, di partenze e ripartenze, di qualità nell’aggredire gli spazi, Eder è stato messo troppo spesso lontano dalla porta - si legge -. E’ evidente: troppo largo a Verona e poi accentrato dietro a Icardi (nel 4-2-3-1) nel secondo tempo; terza punta a Firenze, sballottato in qua e in là e solo per poche manciate di partita davanti al senso del gol, lo specchio della porta. Così ecco che da soluzione di tutti i problemi (cosa che Mancini ha da subito evitato di far credere) Eder è diventato un enigma. Non un problema, assolutamente. Ma un enigma sì. Per trovare una stabilità offensiva, mai cercata prima, Mancini ha varato il tridente con lui, Icardi e Palacio. Il migliore è stato quest’ultimo e addirittura Maurito contro la Fiorentina non è riuscito a tirare in porta".  Ecco perché adesso l'idea di Mancini sembra essere quella di fargli tornare a calcare le zolle più vicine all'area avversaria, proprio a partire dalla sfida alla sua ex Samp.
 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 19 febbraio 2016 alle 09:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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