Beppe Dossena è da poco il responsabile delle relazioni istituzionali di Sportium (Progetto CMR e Manica), il sodalizio che duella con Populous per la costruzione del nuovo stadio di Milano. "Va fatto", dice Dossena senza esitazioni nell'intervista rilasciata a Tuttosport.

Nonostante l’affetto per san Siro, è giusto andare oltre? 
"Sì, bisogna trovare assolutamente una soluzione. E la soluzione c’è: quella di Massimo – sorride – l’idea dei “Due Anelli” è esteticamente molto bella e affascinante. Anche l’area ne beneficerebbe perché adesso ci sono pochi bar e negozi. Inter e Milan sono la storia di questo Paese. Non solo la storia di uno stadio. Prima o poi l’Italia deve affrontare il tema dei nuovi stadi. E anche i calciatori dovrebbero far sentire la loro voce. Non è solo una questione di maggiori ricavi economici per i club". 

Quali altri aspetti sono in gioco? 
"Se lo stadio non è comodo, sempre meno gente andrà a vedere le partite dal vivo. Ormai è un fatto da pionieri: stare due ore al freddo senza avere nessun servizio. Invece sarebbe importante avere posti belli dove mangiare e stare al caldo prima e dopo la partita. I calciatori devono farlo capire all’opinione pubblica. Altrimenti tutti guarderanno la partita in tv e si perderà la dimensione sociale del calcio. Senza dimenticare che uno stadio moderno ti carica molto di più rispetto a una struttura obsoleta, fin dall’impatto visivo". 

Cosa suggerisce per riqualificare San Siro? 
"Penso che ci sono professionisti in grado di rendere più bella quell’area. Se lo stadio diventa più bello, cambia l’umore di chi lo vive. Il clima sarebbe diverso. Chi abita nei dintorni non dovrà barricarsi in casa nel timore di disordini. Lo stadio deve tornare a essere accogliente per avvicinare tifosi e calciatori, due mondi che si vedono solo a distanza". 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 07 marzo 2020 alle 11:15 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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