Il tema della riforma dei campionati - con una serie A a 18 squadre - si intreccia con quello della ripartizione dei proventi tv del nuovo triennio. Ieri, in via Rosellini è andata in scena la prima riunione della commissione sulla riforma. I club non hanno ancora le idee chiare sulle ricadute per tutto il sistema, ma molte società sono terrorizzate dalla prospettiva che il massimo campionato perda due posti. È anche per questo che, prima dell’appuntamento in Lega, le medio-piccole si sono incontrate in separata sede per studiare un’istanza comune. La loro preoccupazione maggiore è quella di avere una stabilità aziendale nel medio-lungo periodo. Ecco perché ritengono cruciale l’adozione del modello inglese per il paracadute alle retrocesse: 3-4 anni e il doppio, se non il triplo rispetto all’attuale montepremi complessivo di 30 milioni.

I SOLDI AL CENTRO DELLE ALLEANZE - Le big Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Lazio, Fiorentina, fanno fronte ad Atalanta, Bologna, Carpi, Chievo, Empoli, Frosinone, Genoa, Palermo, Sampdoria, Sassuolo, Torino, Udinese, Verona. Fa 7 a 13. Numeri sufficienti alle grandi per sbarrare la maggioranza, visto che il quorum per le delibere economiche è di 15 voti. Ecco perché le medio-piccole ammiccano a Napoli e Fiorentina, cioè quelle grandi che sono meno favorite dall’attuale peso dei risultati storici nella suddivisione della torta televisiva. Partita dura, con un’arma per le big: più passa il tempo più c’è necessità di avere certezze sui proventi tv in modo da poter fatturare le quote successive a quella uguale per tutti (il 40% del totale), già incassata. Le piccole, notoriamente in crisi di liquidità, temono di essere prese per il collo...

Sezione: Rassegna / Data: Sab 07 novembre 2015 alle 12:46 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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