"E’ una situazione particolare per tutti. Mi sono adeguato, cerco di viverlo al meglio, rispettando le regole. Ho dovuto rinviare tante situazioni, anche la possibilità di tornare ad allenare che mi era stata prospettata, l’ultima a febbraio, all’estero. Ho la speranza che possa tornare tutto come prima, anzi meglio". Così Eusebio Di Francesco, intervistato oggi dal Corriere dello Sport
 
Il calcio come può ripartire? 
"Mi auguro che possa ripartire il prima possibile, ma avendo anche mio figlio in questo mondo, provando affetto per tante persone, è giusto che si riparta rispettando determinati protocolli che arrivano da persone competenti. L’azienda calcio può essere considerata alla stregua delle fabbriche. E’ giusto che si riparta insieme. Il calcio ha una valenza sociale, è un momento di aggregazione, anche se si seguirà da casa. Bisogna tornare alla normalità. Come si sta pensando di far ripartire le fabbriche, credo che si possa fare lo stesso per il calcio, ma il come lasciamo che lo decida chi sa. Va seguito il protocollo dei medici sportivi, rispettando i tempi che prescrivono. Non serve fare tre mesi di preparazione per ricominciare, la cosa più importante è riabituare i calciatori al gesto tecnico, al contatto con la palla. Vanni riadattati i muscoli del calciatore al gesto tecnico". 
 
Capitolo Roma. Nell'ultimo anno in giallorosso, la campagna acquisti sfasciò una squadra che andava solo migliorata 
"Sono state fatte delle scelte non corrette, a cominciare da quelle che rimpiango più di tutte, le partenze di Strootman e Nainggolan. Strootman è un giocatore straordinario, con la sua partenza abbiamo perso personalità e lo abbiamo pagato in continuità di risultati. Ho il rimpianto di non aver insistito a farlo restare, ho assecondato la sua decisione. I risultati altalenanti del secondo anno non ci furono nel primo, nonostante il caos con il mercato di gennaio, Dzeko in bilico, stava per andare al Chelsea. I giovani andavano aspettati, ho dovuto rivedere il sistema di gioco per adattarlo alle caratteristiche di certi giocatori. Ünder è dovuto maturare, Kluivert ha avuto bisogno di tempo. Poi Zaniolo. Tutti mi dicevano che era un ragazzo complicato, io non ho avuto nessun problema con lui, all’inizio alcune volte l’ho ripreso davanti alla squadra ed è diventato il gioiello del calcio italiano". 
 
Fu Totti a parlare con Nainggolan dopo il video di Capodanno 
"La gestione di Radja in quel caso fu condivisa da tutti, compreso il giocatore. Con lui il rapporto è stato leale. L’ho sentito durante il mercato, lo volevo portare alla Samp, mi aveva dato disponibilità, poi ha scelto il Cagliari per una questione di cuore. Capisce le situazione in un attimo. Mi era d’aiuto in campo, come Dzeko, Kolarov, De Rossi". 

Sezione: Rassegna / Data: Mer 15 aprile 2020 alle 10:46 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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