Uno sport in cui il 'challenge', il video check a chiamata, è utilizzato da anni è la pallavolo: è dal 2012 che è in vigore come ricorda il Corriere dello Sport. Fefè De Giorgi, c.t. della Nazionale azzurra, ne ha parlato al Corriere dello Sport.

Lei è pro o contro l’utilizzo del Video Check?
"Questa innovazione ormai è operativa da quasi un decennio, ha portato certamente dei vantaggi, risolvendo i dubbi sulle valutazioni un po’ più complicate che devono fare gli arbitri: se un pallone è stato toccato o meno dal muro, se la schiacciata è atterrata dentro o fuori il terreno di gioco, oppure se in battuta o in attacco sono state toccate o meno le righe. Anche le ultime novità che aiutano a valutare una “difesa a terra” o una “invasione aerea”, le trovo utilissime. Di sicuro ha tolto tante discussioni di palle dentro o fuori per questioni di centimetri se non addirittura di millimetri. Rimangono insindacabili le decisioni degli arbitri sulle “doppie” o sulle accompagnate. Insomma è un vero aiuto per capire cosa è accaduto realmente in campo".
Quale è la grande differenza tra il VAR calcistico ed il Video Check?
"Io credo una grande differenza sta nel fatto che anche le squadre possono chiederne l’utilizzo. Ogni squadra ha a disposizione due chiamate per set, da farsi entro sette secondi dalla conclusione dell’azione in questione, attraverso le quali una decisione dell’arbitro può essere messa in discussione. Se, a valle della verifica, la chiamata dà esito favorevole il numero di chiamate a disposizione non viene diminuito. Anche l’arbitro può richiedere il supporto delle telecamere per essere aiutato nel prendere la decisione più giusta". 

Per lei cosa è il Video Check?
"Un supporto all’arbitro ed al gioco. Non si deve trasformare una macchina nel giudice. Quando c’è qualcosa che va chiarita il grande vantaggio è di poterla rivedere con attenzione grazie alle telecamere appositamente disposte". 

Con i check, gioco più veloce o più lento?
"Non credo che abbia accelerato il gioco, ma sicuramente ha tolto tante polemiche, come quella sulla toccata a muro di un attacco, che oggettivamente è difficile da valutare se si considera la grandissima velocità di una schiacciata che magari ha soltanto sfiorato la punta delle dita. Cose difficilissime da vedere ad occhio nudo. E' significativo come ora anche i giocatori cominciano ad accusarsi di certi tocchi, consapevoli che emergerebbero dalla revisione con le telecamere, quindi quando vedono che viene chiamato il controllo preferiscono ammetterlo". 
Sezione: Rassegna / Data: Mer 27 ottobre 2021 alle 11:16
Autore: Alessandro Cavasinni
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