Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport c'è ampio spazio dedicato a Zlatan Ibrahimovic, che domani spegnerà 40 candeline. Per festeggiare il compleanno dello svedese, la rosea ha permesso ad alcuni ex compagni ed allenatori di mandare un messaggio all'attaccante del Milan: presenti anche i pensieri degli ex nerazzurri Roberto Mancini, Javier Zanetti e Sinisa Mihajlovic.
ZANETTI - "Grazie Zlatan. Grazie per quello scudetto a Parma. Ricordo bene tutto: la partita si era messa male, avevamo tante assenze, il campo era pesante e il risultato non si sbloccava. Poi sei entrato tu. Noi lo sapevamo. Sapevamo che prima o dopo saresti entrato, sapevamo di avere un jolly da giocarci. E che jolly: hai fatto una doppietta, dopo il primo gol tutta la squadra sopra di te, poi l’abbraccio con Moratti nello spogliatoio, indimenticabile. Ti conosco nella doppia veste: compagno sì, ma sei stato pure un grande avversario. Con quel fisico che ti ritrovi, marcarti è sempre stato complicato: lo era in allenamento, figurarsi in partita. Ma ho due foto di te ben impresse, da avversario. La prima è il rigore che hai calciato con la maglia del Milan nel 2012: in porta c’era Julio Cesar, avete cominciate a dirvi di tutto, Julio ha provato a innervosirti ma non ci è riuscito, hai segnato lo stesso. L’altra foto è dell’anno del Triplete: a Barcellona c’eri tu che provavi a buttarci fuori, a un certo punto ti avvicini a parlare con Guardiola a bordo campo e da dietro arriva Mourinho a infastidirvi. Mi viene da ridere ancora oggi! Tanti auguri Zlatan, sei un campione senza tempo: goditi questo compleanno!".
MIHAJLOVIC - "La prima volta ci siamo presi a testate in campo: insulti e botte fino ad essere espulsi. L’ultima ci siamo ritrovati a cantare insieme, ma sarebbe meglio dire a stonare, sul palco di Sanremo distruggendo il brano “Io vagabondo”. Tra quel 20 aprile 2005 in cui ti venni a cercare nello spogliatoio per menarti senza trovarti, ma pensando «questo ragazzo ha le palle», e il Festival dello scorso anno, quando mi hai voluto tuo ospite, sono passati 16 anni e tanta vita. Ci siamo dovuti prima scontrare per capire che eravamo fatti della stessa pasta: quella delle persone dure, sicure, ma sempre vere. Nel tempo ho scoperto che l’uomo Ibra vale quanto se non addirittura più del campione. E l’ho capito ancora una volta quando, durante la mia malattia, mi hai chiamato in ospedale e non riuscivi a parlare per la commozione, ma hai detto con un filo di voce: «Sini, per te sono disposto a tutto, chiamami e gioco anche gratis...». Sai quanto mi sarebbe piaciuto averti in squadra, ma era giusto però che tu tornassi al Milan per chiudere una carriera epica. Che non è ancora finita. So che regalerai ancora gol, prodezze e frasi a effetto, con la classe e la personalità che ti rende unico al mondo. Auguri amico mio carissimo: per i leoni come te, il tempo che passa non conta...".
MANCINI - "Ciao Zlatan, il modo migliore per farti gli auguri è dirti grazie. Grazie perché mi hai aiutato a vincere dei trofei: non solo lo scudetto di Parma, anche se tutti pensano che siano quelli il giorno e la partita che mi sono rimasti più impressi. Grazie perché mi hai aiutato a modo tuo: qualità ma soprattutto professionalità, sempre perfetto in campo e fuori, se potevo mettere te in formazione io ero tranquillo. E infatti siamo sempre andati d’accordo, non abbiamo mai avuto problemi. Con te sono stato fortunato anche per un altro motivo: ho avuto il piacere di allenarti forse all’apice della tua carriera, per te era davvero un momento straordinario. Per questo oggi vederti in campo così mi rende felice: non perché giochi ancora a 40 anni, ma perché lo fai ancora ad alti livelli. E questo - ma tu lo sai - è il miglior premio alla tua professionalità. Ti è mancato il premio che per molti, non per te, è il massimo riconoscimento per un giocatore, il Pallone d’oro: per me lo avresti meritato come lo hanno meritato negli ultimi anni quasi sempre Messi e Cristiano Ronaldo. Per quello che hai dimostrato, non sei stato da meno rispetto a loro. E passa un bellissimo compleanno".
ZANETTI - "Grazie Zlatan. Grazie per quello scudetto a Parma. Ricordo bene tutto: la partita si era messa male, avevamo tante assenze, il campo era pesante e il risultato non si sbloccava. Poi sei entrato tu. Noi lo sapevamo. Sapevamo che prima o dopo saresti entrato, sapevamo di avere un jolly da giocarci. E che jolly: hai fatto una doppietta, dopo il primo gol tutta la squadra sopra di te, poi l’abbraccio con Moratti nello spogliatoio, indimenticabile. Ti conosco nella doppia veste: compagno sì, ma sei stato pure un grande avversario. Con quel fisico che ti ritrovi, marcarti è sempre stato complicato: lo era in allenamento, figurarsi in partita. Ma ho due foto di te ben impresse, da avversario. La prima è il rigore che hai calciato con la maglia del Milan nel 2012: in porta c’era Julio Cesar, avete cominciate a dirvi di tutto, Julio ha provato a innervosirti ma non ci è riuscito, hai segnato lo stesso. L’altra foto è dell’anno del Triplete: a Barcellona c’eri tu che provavi a buttarci fuori, a un certo punto ti avvicini a parlare con Guardiola a bordo campo e da dietro arriva Mourinho a infastidirvi. Mi viene da ridere ancora oggi! Tanti auguri Zlatan, sei un campione senza tempo: goditi questo compleanno!".
MIHAJLOVIC - "La prima volta ci siamo presi a testate in campo: insulti e botte fino ad essere espulsi. L’ultima ci siamo ritrovati a cantare insieme, ma sarebbe meglio dire a stonare, sul palco di Sanremo distruggendo il brano “Io vagabondo”. Tra quel 20 aprile 2005 in cui ti venni a cercare nello spogliatoio per menarti senza trovarti, ma pensando «questo ragazzo ha le palle», e il Festival dello scorso anno, quando mi hai voluto tuo ospite, sono passati 16 anni e tanta vita. Ci siamo dovuti prima scontrare per capire che eravamo fatti della stessa pasta: quella delle persone dure, sicure, ma sempre vere. Nel tempo ho scoperto che l’uomo Ibra vale quanto se non addirittura più del campione. E l’ho capito ancora una volta quando, durante la mia malattia, mi hai chiamato in ospedale e non riuscivi a parlare per la commozione, ma hai detto con un filo di voce: «Sini, per te sono disposto a tutto, chiamami e gioco anche gratis...». Sai quanto mi sarebbe piaciuto averti in squadra, ma era giusto però che tu tornassi al Milan per chiudere una carriera epica. Che non è ancora finita. So che regalerai ancora gol, prodezze e frasi a effetto, con la classe e la personalità che ti rende unico al mondo. Auguri amico mio carissimo: per i leoni come te, il tempo che passa non conta...".
MANCINI - "Ciao Zlatan, il modo migliore per farti gli auguri è dirti grazie. Grazie perché mi hai aiutato a vincere dei trofei: non solo lo scudetto di Parma, anche se tutti pensano che siano quelli il giorno e la partita che mi sono rimasti più impressi. Grazie perché mi hai aiutato a modo tuo: qualità ma soprattutto professionalità, sempre perfetto in campo e fuori, se potevo mettere te in formazione io ero tranquillo. E infatti siamo sempre andati d’accordo, non abbiamo mai avuto problemi. Con te sono stato fortunato anche per un altro motivo: ho avuto il piacere di allenarti forse all’apice della tua carriera, per te era davvero un momento straordinario. Per questo oggi vederti in campo così mi rende felice: non perché giochi ancora a 40 anni, ma perché lo fai ancora ad alti livelli. E questo - ma tu lo sai - è il miglior premio alla tua professionalità. Ti è mancato il premio che per molti, non per te, è il massimo riconoscimento per un giocatore, il Pallone d’oro: per me lo avresti meritato come lo hanno meritato negli ultimi anni quasi sempre Messi e Cristiano Ronaldo. Per quello che hai dimostrato, non sei stato da meno rispetto a loro. E passa un bellissimo compleanno".
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