Ieri, il Consiglio federale ha rifilato uno 'schiaffo morale' - Beppe Marotta dixit - alla Lega di serie A, rimasta sola e accerchiata. Il tentativo di bloccare le retrocessioni, evidenzia il Corriere della Sera, non solo è naufragato, ma ha inasprito i rapporti con la Figc e convinto il presidente Gabriele Gravina a fare di testa sua. Così il cambio di format, playoff e playout, inviso a quasi tutti i presidenti di via Rosellini, non è più solo il piano alternativo nel caso in cui il campionato non riuscisse a accendere i riflettori. Ma lo è anche nell’ipotesi in cui la serie A riuscisse a partire, ma fosse costretta a fermarsi entro il 10 luglio.

Saputa la notizia, Andrea Agnelli, invitato al Cf come presidente dell’Eca, ha chiesto come sia possibile procedere con la post-season nel caso in cui il calcio sia costretto a fermarsi. La Lega, in questa giornata nera, ha scelto di non replicare, ma il malumore resta tangibile. "Qualche società - si legge sul quotidiano milanese - medita clamorosamente di impugnare la delibera. Il malessere è anche interno e nel mirino c’è finito il solito Lotito, colpevole secondo alcuni di non aver perorato la causa. Ma al voto il presidente della Lazio non ha tradito le consegne. Nessun’altra Lega o componente ha appoggiato il motore del calcio italiano. 18 a 3 la votazione finale". 

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 09 giugno 2020 alle 09:52
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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