Sotto osservazione il terzo anello di San Siro. E, magari, qualche piccola accortezza in più per prudenza. Il migliaio di tifosi della Roma presenti ieri al Meazza, infatti, sono stati posizionati in maniera differente rispetto al solito dopo l'alert per via delle oscillazioni registrate durante Inter-Atalanta. Lo sottolinea il Corriere della Sera: "Sul motivo per cui siano stati sistemati lì, le versioni divergono - si legge -. L’Inter parla di disposizione di Prefettura e Gos (gruppo operativo sicurezza) che decidono però in base a criteri che riguardano l’ordine pubblico, per controllare gli ultrà nel modo migliore e prevenire possibili incidenti. Insomma, non sarebbe (e la Prefettura conferma) un provvedimento preso dopo le oscillazioni rilevate durante Inter-Atalanta e che hanno portato a una serie di controlli supplementari sul terzo anello. È però vero che, dopo quella serata, i due club hanno voluto coinvolgere anche la Commissione provinciale di vigilanza, che può limitare il numero di tifosi e decidere di posizionarli in modo considerato più appropriato. Magari evitando gli assembramenti o spostando i tifosi dove le oscillazioni vengono assorbite meglio. Sarebbe, nel caso, un eccesso di prudenza. Perché — è bene ribadirlo — il terzo anello, secondo tutte le verifiche del Comune (proprietario di San Siro) non ha problemi strutturali e il fatto che — sotto certe sollecitazioni — vibri e ondeggi (anche di cinque centimetri) non è affatto un’anomalia. È un fenomeno normale che si monitora dal 2003".

"E se a qualcuno in Comune quello delle due società è parso un eccesso di zelo sospetto, Inter e Milan vogliono allontanare le insinuazioni che mettono in relazione l’alert del terzo anello con la decisione di abbattere San Siro per la costruzione di un nuovo stadio - puntualizza il Corsera -. È chiaro che ogni dubbio non giova all’immagine del vecchio San Siro (la cui ristrutturazione è stata scartata dai due club), ma realisticamente è difficile pensare che un (eventuale) problema al terzo anello possa incidere nella trattativa con il Comune. Che, abbattendo San Siro, perderà un bene patrimoniale e quindi dovrà cercare una compensazione, vedremo se mantenendo la proprietà del nuovo impianto, per il quale è previsto un investimento da 650 milioni (con una concessione a lunghissimo termine ai club) o con qualche altra formula giuridica".

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Sezione: Rassegna / Data: Dom 21 aprile 2019 alle 09:56 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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