"Con appena 5 punti in altrettante partite, il clima sta volgendo al brutto. La sfiducia serpeggia e Mancini è rimasto un po’ solo. Ha fatto buon viso per i tanti (troppi) brindisi prenatalizi che hanno portato distrazione e forse aperto la strada alla sconfitta con la Lazio e alla conseguente lite con Jovetic. Poi non ha vissuto con piacere il mini-ritiro di Doha a cavallo di Capodanno, con l’Inter unica squadra italiana che ha preferito lavorare all’estero". Questo quanto evidenzia oggi il Corriere della Sera. "Per quanto giuste, le esternazioni dopo la vittoria in Coppa Italia con il Napoli e quelle con il Carpi, sono segnali di un certo nervosismo del tecnico, costretto a caricarsi tutto sulle spalle. Grazie a lui Thohir ha recuperato il rapporto con la tifoseria, è riuscito a spendere la sua figura per attrarre giocatori nel mercato estivo, e sta tentando di costruire il rilancio dell’Inter, anche a livello commerciale. La gestione dello spogliatoio però oggi non è semplice e non può essere delegata al solo Mancini. Jovetic è scontento perché finito ai margini, Ljajic è legato al compagno, Icardi in difficoltà in campo con i due, Perisic non decolla. E senza più il fidato Guarin, il tecnico perde un altro punto d’appoggio. Dovrà essere Felipe Melo a compattare il gruppo, bisogna però capire se ha l’ascendente giusto. Nel dopo partita con il Carpi si sono affacciati nello spogliatoio anche l’amministratore delegato Bolingbroke e il Corporate Director Williamson, non uomini propriamente di campo. E questa è una settimana decisiva tra Juve e derby".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 26 gennaio 2016 alle 12:18 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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