"Quella di sabato è stata una serata negativa per il (non) gioco degli interisti, più per gli errori dei singoli che per mancanza di idee: c’era l’orchestra, ma in troppi hanno steccato. Per questo, nonostante tutto, sarebbe un errore se Mancini e la squadra si facessero prendere dallo sconforto". Questa l'analisi del Corriere della Sera sul momento Inter dopo lo 0-0 di Empoli. "I punti che mancano alla classifica non sono quelli di Empoli, dove in passato aveva frenato l’Inter di Ronaldo (1-1, con la magia di Recoba) e quelle degli scudetti di Mancini avevano vinto soffrendo. I punti che mancano all’Inter sono quelli legati alle sconfitte con Cagliari, Parma e Udinese. Proprio il paragone con l’1-2 di San Siro con i friulani segnala un progresso da parte dell’Inter di Mancini: il 7 dicembre si era vista una squadra che, preso il gol dell’1-1, aveva smesso di giocare ed era andata in confusione; a Empoli, si è notato un gruppo che ha saputo soffrire, lottare, restare in partita, anche con disperazione, anche sbagliando molto, ma mostrando reattività e voglia di battersi. L’Inter ha giocato un brutto calcio, ma non è una novità. Dopo il primo Mancini e Mourinho, solo con Leonardo la squadra è stata spettacolare nella continuità. Poi sprazzi di azzurro e moltissime nubi nere. D’altronde questa squadra, così come era stata costruita in estate, non aveva le caratteristiche per giocare un grande calcio, ma solo per provare a vincere soffrendo. Mancini sta cercando di rimettere in corsa una macchina che era uscita di strada e sta cercando di riportarla in linea con la storia del club, a cominciare dal sistema di gioco. L’idea è suggestiva, perché il terzo posto resta un traguardo superiore alle possibilità del gruppo. Ma non è una sfida persa in partenza, come si è visto anche a Torino con la Juve. Ora servirebbero un difensore (Ranocchia non ha lesioni al ginocchio sinistro, ma dovrà star fuori 15 giorni) e un regista; la società verificherà se esistono le condizioni per prenderli (è in arrivo anche il presidente Thohir). Era impossibile che Podolski e Shaqiri fossero già pronti, così come Kovacic a Empoli è partito in panchina, perché gli impegni sono tanti e gli uomini vanno ruotati. Altrimenti basterebbero 18 giocatori e anche meno. Questa Inter ha bisogno di serenità, di lavoro e di fidarsi di Mancini". 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 19 gennaio 2015 alle 13:08 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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