"Siamo i re della truffa, gli artisti della simulazione". Questo quanto affermato in maniera cruda dal Corriere della Sera, che con una vera propria inchiesta mette a nudo il pessimo vezzo di imbrogliare l'arbitro e gli avversari con cadute farlocche. 

"Una vergogna che va estirpata, perché è la negazione stessa dello sport, il simulatore va emarginato — spiega Marcello Nicchi, 62 anni, dal 2009 presidente nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri —. Che sia una problema culturale non ci piove, ma c’è una riflessione ulteriore: la simulazione attecchisce dove il livello tecnico è scarso. La Serie A è il regno dei simulatori perché è un torneo di basso livello: provi a fare il furbo perché è l’unico modo per cavartela, o almeno credi sia l’unico modo. Se sei forte mica hai bisogno di buttarti in area: ti fidi delle tue qualità e calci in porta. Serve dialogo, che per noi è fondamentale, decisivo. I risultati pian piano arrivano: pensate ai falli, tre o quattro anni fa erano 50 a partita, oggi 25-30: oggi i contatti leggeri non si fischiano più, i giocatori hanno capito che protestare serve a poco, quindi si rialzano subito, cosa che fino a poco tempo fa non succedeva, se ci fate caso".

"Resta il fatto che i peggiori siamo ancora noi - attacca ancora il Corsera -. Forse anche perché un deterrente non c’è, e esiste un caso lampante recentissimo: il torinista Belotti ha simulato un fallo nel posticipo di domenica con l’Inter, la Procura ha chiesto la prova tv ma il Giudice sportivo l’ha graziato («immagini non idonee ad esprimere un sicuro giudizio» la motivazione di Tosel nel comunicato ufficiale n. 194 del 5 aprile). Forse per non creare un precedente scomodo? Fatto sta che è la seconda volta che l’attaccante granata viene graziato (il primo episodio in un Torino-Carpi 0-0 del 21/2)".

 

 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 08 aprile 2016 alle 10:56 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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