Torna a parlare Francesco Coco, che alla Gazzetta dello Sport ricostruisce il suo passaggio all'Inter. "Perché lascia il Barcellona dopo solo un anno? Potrei dire che si chiudeva un cerchio: l'Inter mi aveva preso a 12 anni, ma una settimana dopo aveva 'vinto' un provino con il Milan. Potrei dire 'Io sono così, non c'è sempre un perché in quel che faccio'. Ma forse la risposta sta nel pranzo del 5 maggio 2002 a casa Gerard - io, lui, Puyol e Xavi - fatto apposta per vedere Lazio-Inter. Lo scudetto all'Inter: non dico che tifavamo, ma era una bella novità anche per loro tre, poi quasi più basiti di me. Alla Pinetina dopo quella botta trovai una giungla, ma avevo detto sì già a marzo. Anche se Gaspar, il presidente, provò a chiedermi perché...".

E sulle milanesi passate ai cinesi, Coco dice: "Mi fa strano sì: io ho vissuto l'epoca delle 'milanesi milanesi', i tempi d'oro Milan e quelli della vera Inter. Ma strano non vuol dire né bello né brutto: Berlusconi e Moratti sono imparagonabili perché hanno fatto la storia, ma non potevano essere eterni. Una proprietà straniera che investe da noi non è negativa a prescindere: la vedo come un'opportunità, se c'è serietà. E poi, se comandano dei cinesi, vuol dire che non c'erano italiani interessati a farlo. Che poi al Milan ancora non si capisce chi comanda: l'Inter sì, sa chi è il suo papà, e Zhang jr così presente mi sembra il segno della volontà di fare un buon lavoro".

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Sezione: Rassegna / Data: Mar 10 aprile 2018 alle 09:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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