Dalle colonne di Tuttosport, Graziano Cesari ex arbitro internazionale e ora commentatore Mediaset, è incredulo per gli errori commessi nella 31^ giornata di Serie A. «Una domenica disastrosa», commenta. A partire dall'inspiegabile rigore fischiato contro l'Inter domenica sera a San Siro. Cos'ha pensato quando ha visto Gervasoni concedere la massima punizione all'Atalanta? «Pensavo che l'unica motivazione possibile fosse nel contrasto tra Ranocchia e Livaja che peraltro non era falloso. Invece poi ho capito che l'arbitro aveva visto un tocco di mano di Samuel. Una decisione anche intuitivamente sbagliata». Perché? «Ma perché il pallone cambia direzione a una velocità notevole. Un tocco di mano non può imprimere quella forza. E' chiaro che era stato un colpo di testa a modificare la traiettoria. E poi un eventuale impatto di mano «sporca la corsa della palla, non la cambia in modo netto com'era appena successo. La sfera schizza via in modo incompatibile con quello che ha creduto di vedere l'arbitro. Purtroppo certe cose devono anche essere insegnate. Serve la testa, ma anche la testa deve essere allenata».

Da chi? Dal designatore Braschi? «Sì, ma non solo. Sono tanti i potenziali professori. C'è il settore tecnico presieduto da Trentalange dove operano molti ex arbitri che potrebbero fare una buona formazione. Delle due l'una: o non sono bravi i maestri o sono distratti o poco dotati gli alunni». E con la divisione tra Can di Serie A e Serie B anche gli scolari in classe sono stati eccessivamente ridotti. «Sì, è stata una riforma assurda. Si blocca la crescita, si cancellano stimoli e ambizioni, creando una piccola casta di intoccabili. I grandi arbitri - parlo degli Agnolin, dei Casarin, dei D'Elia - sono usciti quando Serie A e B erano unite ed era libera anche la possibilità di promozione nella stessa stagione dalla Can di Serie C alle'categorie superiori. II sistema attuale non ha senso: è come se si impedisse a un ottimo elemento degli Allievi di debuttare in prima squadra. Così Totti a 16 anni non avrebbe potuto esordire nella Roma». 

E gli altri episodi di Inter-Atalanta? «C'era un rigore nettissimo su Ranocchia che viene trattenuto in tutti i modi. Si vedono addirittura due atalantini che si strattonano tra di loro, tanta era la confusione. Meno netto invece quello su Rocchi. Ma quello che conta è la differenza di attenzione rispetto a quello che accade nelle due aree di rigore. Se sei severissimo in una, devi esserlo anche nell'altra. E poi c'è un'altra colpa che attribuisco a chi fa le designazioni. Quale? Ma come si fa a riproporre la coppia Gervasoni arbitro-Maggiani assistente che ha contribuito al pasticcio di Catania-Juventus? Così si persevera. E, venendo agli altri errori più gravi della domenica, come si fa a riproporre Tagliavento con il Milan. E' chiaro che l'arbitro di Terni è stato devastato dal gol fantasma di Muntari della scorsa stagione. Quell'errore lo ha azzerato. A maggior ragione, non può essere sereno contro il Milan». La giornata di ieri le favenire in mente periodi neri del nostro calcio? «No, non penso alla mala fede. Ho fatto un tratto di carriera insieme ad alcuni di questi arbitri. Sono bravi ragazzi. Spesso conta l'istinto. Bisogna decidere senza pensare. L'arbitro che pensa troppo, sbaglia».

Sezione: Rassegna / Data: Mar 09 aprile 2013 alle 16:50 / Fonte: Tuttosport
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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