Prosegue il duello tra club e Assocalciatori per quanto riguarda il taglio degli stipendi. Da un lato le società si sentono in diritto di poter operare questi tagli per via della mancata prestazione dei propri dipendenti, ma dall'altro ci sono i calciatori che specificano come in realtà gli allenamenti programmati a casa dai vari staff tecnici (con alcuni club che hanno preteso anche le 'prove' dell'effettivo lavoro svolto tra le mura domestiche) siano a tutti gli effetti da catalogare come smart working. In più, come spiega il Corriere dello Sport, l'Aic non ha mancato di far notare come, in realtà, il Governo abbia imposto il blocco totale agli allenamenti solo a partire dal 4 aprile e non prima. Significa che per quanto riguarda il mese di marzo, a partire dal momento in cui sono state interrotte tutte le competizioni, non si potrebbe attribuire a una responsabilità esterna lo stop alla normale attività e quindi alla prestazione lavorativa. Andare in tribunale sarebbe comunque controproducente per tutti, e allora la settimana che arriva sarà probabilmente decisiva per trovare finalmente un'intesa.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 11 aprile 2020 alle 10:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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