Il mondo Inter ruota intorno al suo sole, alias Romelu Lukaku. "Nel bene, come contro il Genoa, con il belga che ha firmato una doppietta, regalato un assist a Gagliardini e lasciato ad Esposito il rigore per il suo primo gol da professionista - scrive il Corriere dello Sport -. E nel male, visto che i suoi errori contro il Barcellona e la Fiorentina hanno probabilmente tolto all’Inter la possibilità di conquistare la seconda fase di Champions e di mantenere la vetta solitaria della classifica".

Una sintesi, quella del quotidiano romano, che va oltre i numeri, pur straordinari dell'ex United: 14 gol in 22 presenze stagionali. Perché un giocatore come il totem belga non si giudica soltanto dalle cifre. C’è molto altro, infatti, nel suo calcio. "Non è un semplice finalizzatore come Icardi, che magari certi errori non li avrebbe commessi. Anche se ce certe perle, come la secondo prodezza con il Genoa e pure il sinistro ciclonico esibito con il Brescia sono difficili da dimenticare. Lukaku, in realtà, è soprattutto un lavoratore, nel senso che si mette a disposizione della squadra. Fa da punto di riferimento: sa accorciare, come andare in profondità. E apre spazi che i compagni possono sfruttare. E’ il motivo per cui Conte lo ha voluto a tutti i costi. Sapeva che sarebbe stato l’interprete ideale per il tipo di impianto che aveva in mente di creare in nerazzurro. E la scelta si è rivelata azzeccata, visto quello che sta “combinando” l’Inter in campionato. Chiaro che poi c’è stato pure il decisivo contributo di Lautaro, squalificato con il Genoa. Ma c’è il forte sospetto che per l’esplosione dell’argentino sia stata fondamentale proprio la presenza di Lukaku. Basti ricordare che il “Toro”, al Racing Avellaneda, giocava al fianco di un altro centravanti", scrive il Corsport

VIDEO - INTER-GENOA, IL BIS DA URLO DI LUKAKU SCATENA TRAMONTANA: "MA NE PARLATE ANCORA?"

Sezione: Rassegna / Data: Lun 23 dicembre 2019 alle 08:55
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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