Meticoloso, il Giudice, ma non è un vezzo. Stavolta Tosel ha riportato tutto quanto avvenuto in tre stadi italiani, specificando (indicando i luoghi dove erano sistemati gli 007) come le urla becere avessero i connotati di 'dimensione e percettibilità' richiesti dal nuovo articolo 11. Cominciando da Roma, dove i cori contro i napoletani sono iniziati ben prima dell’inizio della partita. Il Giudice annota che, secondo la relazione della Procura federale, il coro "lavali col fuoco, o Vesuvio lavali col fuoco" è partito alle ore 19.20, 19.28, 19.50, 19.55, 20.26, 20.36, 20.45 e 20.47 dalla Nord e 19.28, 20.13, 20.45 e al 30’ st dalla Sud.

Da entrambe le curve è poi partito il coro "Napoli m... Napoli colera, sei la vergogna dell’Italia intera". "Senti che puzza, scappano anche i cani" è invece il coro che, al 16’ del primo tempo, si è udito a San Siro per 15/20 secondi. A Torino, i "tifosi dell’Inter (...) intonavano al 1’ pt Napoli colera, al 2’ pt noi non siamo napoletani, al 3’ pt Vesuvio Vesuvio lavali col fuoco". Da li segue una sorta di canto e controcanto fra le due tifoserie: quelli granata cantano "lavali lavali o Vesuvio lavali con il fuoco", i nerazzurri rispondono «noi non siamo napoletani, lavali, lavali col fuoco".

Nel provvedimento del Giudice Sportivo c’è anche un riferimento ai tifosi dell’Udinese e a quelli del Napoli. I primi hanno intonato "noi non siamo napoletani", i secondi "romani b...", che Tosel "ritiene debbano essere considerati 'soltanto' dei beceri insulti, primi di quella specifica connotazione discriminatoria.

Sezione: Rassegna / Data: Mar 22 ottobre 2013 alle 11:31 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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