Forse il Var toglierà emozioni, ma già da qualche tempo porta nei campi di Serie A un senso di giustizia. E' la convinzione espressa a gran voce sulle pagine del Corriere della Sera da Paolo Casarin, ex arbitro e designatore, che per avvalorare la sua tesi prende come esempio una gara giocata nel week-end: "Rilevante il peso della tecnologia nel calcio, anche quella diretta, senza intermediari con il fischietto con il loro carico di interpretazioni che faticano a scomparire. Genoa-Parma è finita 1-3, con la tecnologia, sulla linea di porta e sulla linea virtuale del fuorigioco, capace di imporre la cancellazione di un gol al Genoa perché il pallone non aveva, per intero, oltrepassato la linea di porta e un secondo gol di Criscito per fuorigioco di centimetri. Sentenze obiettive e perciò indiscutibili: senza la tecnologia sarebbe finita 3-3. Nel pareggio ci potevano essere più emozioni e più gol, ma anche un risultato non vero. Chissà quante partite e quante classifiche sono state involontariamente falsate per i limiti umani! Ecco, la Var vorrebbe certificare proprio questo: la verità del risultato al 90’. Ci vuole altro tempo: ma gli arbitri, tra errori e residui di presunzioni tradizionali, si stanno impegnando. Nel frattempo si nota il crollo dei rigori concessi (12 rispetto ai 39 della scorsa stagione alla stessa giornata) e il numero elevato dei gol di testa (ieri 7). Forse i difensori cercano di evitare il penalty limitando le trattenute sui saltatori e in generale sono più attenti ai falli di mano, finendo per difendere con le braccia dietro la schiena. La bontà del doppio arbitro, con tecnologia, non deve spaventare i difensori o peggio creare effetti negativi sul gioco". 

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 08 ottobre 2018 alle 09:23
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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