"Se mi aspettavo un’esplosione così fulminante di Barella? Credo che molto sia merito di Maran perché Nicolò ha finalmente un allenatore che, da quando è arrivato, gli dà tantissimo". Parola di Tommaso Giulini, numero uno del Cagliari, che ha rilasciato un'intervista a Tuttosport

Lei ne ha più volte sottolineato l’incedibilità. 
"Parto da lontano: lo stadio è un punto cruciale per lo sviluppo del club. Noi in questi anni siamo sempre riusciti a mantenere gli impegni dopo aver preso una società pagandola fior di quattrini e senza avere uno stadio. Sembrava una follia, invece in poco tempo abbiamo fatto rivivere il Sant’Elia, abbiamo superato i problemi che c’erano a Is Arenas e abbiamo donato alla città la Sardegna Arena. Adesso abbiamo in cantiere un’opera molto più ambiziosa, tanto che in questo momento non possiamo dare tempi certi per la sua realizzazione, anche se posso garantire ai nostri tifosi che lo stadio lo faremo. Tornando a Barella, è chiaro che avere un impianto avveniristico, che ti permetta di giocare in Europa, incida sulla competitività della squadra. Questo ha anche un suo peso nel trattenere o attrarre determinati giocatori. Se Barella dovesse restare, io sarei il più felice di tutti, però è altrettanto chiaro che il ragazzo potrebbe avere l’ambizione di giocare in Champions e che nel Cagliari purtroppo, per adesso, non giocherà in Champions. Intanto, fa piacere vedere protagonisti nelle Nazionali Nicolò, ma pure Cragno, Romagna e lo stesso Deiola, che oggi è a Parma: non tutti in A si prendono il rischio di far giocare titolari calciatori ventenni". 

Dal suo osservatorio, come vede lo stato di salute del nostro calcio? 
"Ci sono due problematiche da risolvere: le infrastrutture e la giustizia sportiva. Fino a quando non riusciremo a fare una riforma completa e totale della giustizia sportiva, si continuerà a finire in situazioni assurde come quelle che si sono verificate negli ultimi tre mesi. Inoltre, finché in Italia non avremo almeno dodici, tredici stadi fatti come Dio comanda, non potremo mai essere all’altezza di Inghilterra, Germania e Spagna. Detto questo, è inconcepibile che la Serie A non sia riuscita a esprimere un candidato per la presidenza federale. Adesso è giusto dare credito a Gravina, ma credo che, se avessimo lavorato con più anticipo e coesione, saremmo riusciti a convincere Moratti".  

Il colpo che le sarebbe piaciuto fare? 
"Avrei voluto lavorare con Nainggolan". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 19 ottobre 2018 alle 09:53 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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