Ve lo ricordate Bojan Krkic? Ex Barcellona di Guardiola, prodigio della Masia, ma anche ex Milan e Roma? Oggi ha 33 anni ed è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. L'ansia ne ha frenato la carriera come lui stesso racconta.

A raccontare le difficoltà psicologiche di Bojan tanti compagni illustri, con due nomi su tutti: Henry e Ibrahimovic.
"Se Ibra vi sembra un gigante fisicamente, il suo cuore è molto più grande del suo fisico. Ve l’assicuro. Ricordo che era arrivato al Barça da poco. Eravamo nello spogliatoio, lontani. Mi chiamò e io mentre mi avvicinavo lo vedevo sempre più grande. Mi fece sedere accanto a lui e mi disse: “Tu non ti preoccupare. Finché ci sono qua io ti proteggerò”. E lo diceva sul serio. Mi ha aiutato tantissimo. Ibra è un personaggio mediatico enorme e uno dei migliori attaccanti della storia del calcio, ma è anche una persona di una sensibilità fuori dal comune che in quello spogliatoio in quella stagione al Barça ha dato tantissimo".

Anche Thierry Henry parla di lei con un trasporto e un affetto incredibilmente sinceri. E sottolinea le difficoltà di un ragazzo di 17 anni buttato in uno spogliatoio che definisce “selvaggio” per personalità e competitività.
"La difficoltà è stata nel passaggio dall’idealizzazione di cose sconosciute alla loro scoperta, quando ti rendi contro che è tutta un’altra storia che non ha nulla a che vedere con la realtà. Ho scoperto che i miei idoli erano delle persone, con i loro giorni più o meno buoni, i loro caratteri, la loro competitività. Io venivo da un livello di competitività zero, e lì entravano in gioco tanti altri fattori. È stato uno shock. Dovevo farmi spazio, e mentalmente non ero preparato".

Oggi è più facile parlare di salute mentale per un calciatore?
"Non lo so. So però che io al tempo non lo feci perché non avevo l’esperienza e i mezzi necessari. Ora sì mi sento sicuro e libero di poter parlare alla gente di cose che vivono in tanti".

A livello calcistico, nella sua vita c’è un momento fondamentale, Ibra ne parla tanto: il suo gol annullato nella semifinale di ritorno in Champions contro l’Inter nel 2010. Mourinho dice che lei è l’unico che gli ha provocato un attacco di cuore.
"Sì, è qualcosa che chiaramente avrebbe cambiato la mia vita, in campo e fuori. Però io il giorno dopo all’allenamento avevo le idee chiarissime: perché lamentarmi di una cosa che non potevo cambiare? Il gol fu annullato, bisognava andare avanti".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 03 novembre 2023 alle 11:48 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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