"Non vorrei essere nei panni di Spalletti che deve gestire il ritorno di Icardi. Qualsiasi decisione prenda ora, Luciano potrebbe purtroppo andare incontro a critiche da parte dei tifosi". Lo scrive oggi Beppe Bergomi sulla Gazzetta dello Sport.

"Se farà giocare Mauro sarà troppo presto, se non lo schiererà si dovrà affidare a Keita che, come abbiamo visto contro l’Eintracht, sconta delle difficoltà a gestire il ruolo di centravanti - spiega lo Zio -. Un reintegro già delicato quello di Maurito, che si è ulteriormente complicato con l’infortunio di Lautaro con l’Argentina. Nella gestione pratica, io con la Lazio partirei con Keita e poi gli darei minuti, lui poi contro i biancocelesti la mette quasi sempre. Credo che in questi due ultimi giorni si sia allenato bene: il problema al ginocchio è dato dalle infiammazioni che si porta dietro da tempo, non è traumatico. Tendenzialmente Mauro sta bene, ma è fermo da 40 giorni e ha perso tanto dal punto di vista muscolare. Una volta rientrato nello spogliatoio e riassaporato il contatto anche fisico con i compagni e l’allenatore, Icardi avrà sicuramente chiesto scusa, si sarà chiarito, avrà sentito il bisogno di un confronto diretto. E quando parli butti fuori, ti sfoghi. Quando esponi le tue idee guardando le persone in faccia allora tutto si scioglie. Il rancore sparisce e prevale la causa comune: in questo caso il bene dell’Inter". Insomma, si può essere leader anche senza fascia. Ed è questo che un ex capitano nerazzurro come Bergomi prova a spiegare all'argentino.

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 29 marzo 2019 alle 09:39 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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