Tagliare gli stipendi dei calciatori e sforare con la stagione a luglio? Per Mattia Grassani,  uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo, lo scenario è plausibile. Le sue parole al Corriere dello Sport.
 
Grassani, quali sono i passaggi necessari per prorogare la stagione oltre il 30 giugno? 
"Questa fattispecie non è codificata nello Statuto, nelle Noif e nel Codice di Giustizia Sportiva, trattandosi, quella che stiamo vivendo, di una situazione eccezionale. Come tale, il potere compete al presidente della Figc, con ratifica, preventiva o successiva, del Consiglio Federale. In presenza di circostanze straordinarie occorre intervenire con strumenti straordinari, e quello della extension della stagione dopo il 30 giugno lo è sicuramente. Il provvedimento, poi, dovrebbe essere trasmesso alla Uefa e alla Fifa, le quali potrebbero esercitare, in astratto, un diritto di veto per motivate ragioni, ma mi sento di escluderlo sin d’ora".  
 
Quali sono i rischi maggiori che si corrono ad andare oltre il 30 giugno? 
"Il percorso presenta alcune incognite, ma ciò è inevitabile trattandosi di una decisione epocale. Con il buon senso di tutte le componenti si può realizzare: serve il benestare di tutte le categorie di lavoratori sportivi per la prosecuzione, nel mese di luglio e, se necessario, di agosto. Ci sono anche profili previdenziali, assicurativi e giuslavoristici più in generale. Occorre, però, essere positivi e propositivi, se il bene comune è giocare sino a metà di agosto, possiamo farcela".  
 
Perché la Uefa è contraria ad andare oltre il 30 giugno? 
"Non saprei. Francamente non vedo controindicazioni di nessun tipo. Il rinvio di Euro 2020 è stato fatto per consentire alle singole federazioni di finire i campionati. Se le Federazioni, che sono le vere azioniste della Uefa, decidono di superare il 30 giugno, la Uefa non ha ragione per opporsi. Sarebbe davvero incoerente ed insensibile". 
 
Capitolo stipendi dei calciatori: cosa serve per arrivare al taglio? 
"Il taglio è nella legge. Se tutte le attività sono state interrotte per provvedimento dell’autorità statuale, non vedo come un club possa essere tenuto a corrispondere l’intero emolumento ad un atleta che non si sia allenato, non sia andato in ritiro, non abbia giocato gare ufficiali, non abbia seguito riunione tecniche. Si tratta del classico esempio di impossibilità sopravvenuta della prestazione. Per risolvere questo problema, che poi problema non è, basta davvero un tavolo, un foglio di carta ed una penna. Una mano firma ma rappresenta tutti. Chi ama il calcio sa cosa scriverci sopra".  

Se il campionato non ripartisse, come andrebbe risolta la questione dello scudetto? 
"Non esistono normative o regolamenti in materia che ci consentano di rispondere con certezza nero o bianco. Dico solo che, se un campionato non si conclude, può essere annullato, e, se viene annullato, non ci sono titoli sportivi da assegnare. Invece, se viene ritenuto validamente concluso ad una determinata giornata, vale la classifica sino a quel momento maturata".  
 
Come si possono evitare i ricorsi di tante società se si cristallizzasse la classifica? 
"Non si possono evitare e ci saranno". 

Sezione: Rassegna / Data: Mar 24 marzo 2020 alle 09:48 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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