Tre su tre. Diego porta l’Argentina agli ottavi nel giorno che segnò il gol più discusso (quello con “la mano de Dios”) e il più bello di sempre, la doppietta insomma che stese l’Inghilterra delle Falklands-Malvinas nell’infuocato pomeriggio di 24 anni fa all’Azteca di Città del Messico. Ora si coccola i suoi ragazzi come quella Coppa che la Seleccion dei Valdano e Burruchaga vinse una settimana dopo, nello stesso stadio, davanti a 114mila spettatori in delirio, con il mondo intero ai suoi piedi. E dire che contro la Grecia Maradona aveva giocato la sua ultima partita in un Mondiale, consegnando alla storia del calcio l’ennesima perla, il colpo da biliardo del 4-0, prima di prendere per mano l’infermiera bionda che l’accompagnerà alla condanna dell’antidoping per Efedrina. “I miei calciatori sono grandi professionisti e stanno rendendo felici il nostro popolo - dice il Pibe al termine del 2-0 di Polokwane agli ellenici - stiamo dimostrando anche a noi stessi che tutti voi vi sbagliavate se pensavate a qualcosa di diverso. Questi giocatori sono gli stessi delle eliminatorie, certo, possono sbagliare, ma si è mancato di rispetto nei loro confronti e credo che i giornalisti che ne avevano parlato male debbano chiedere perdono”.

Nella difesa paterna del ct albiceleste c’è una richiesta particolare agli arbitri per il “trattamento” che gli avversari riservano sistematicamente a Messi. “Parliamo tanto di fair play - attacca Dieguito - ma dov’è? Appena Leo ha la palla viene messo a terra: non va bene. I difensori andrebbero ammoniti, ogni volta”. Il tecnico si gode la rete dell’eterno Martin Palermo, scelto contro tutto e tutti, e chiude con una battuta "alla Maradona" sull’enfant prodige Javier Pastore, all’esordio in Sudafrica. “E' un maleducato del calcio - così lo definisce - tocca la palla come se avesse giocato 4-5 Mondiali”. Domenica c’è il Messico, bei ricordi Diego, ma agli ottavi non si scherza più, in campo non ci sei tu...

Sezione: Speciale Mondiali / Data: Mer 23 giugno 2010 alle 10:20 / Fonte: Olé
Autore: Alfredo Corallo
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