Anche i Mondiali di Sudafrica sembrano aver trovato il loro Josè Mourinho: si tratta di Diego Armando Maradona. Un vero e proprio trascinatore a livello morale; un esempio lo dà Martin De Michelis, il difensore del Bayern Monaco, colpevole sul gol coreano che ha riaperto la partita. In Argentina, con grandissima probabilità, avranno maledetto il suo nome, tutti meno Maradona, che lo ha subito aspettato all’uscita dal campo, lo ha ripreso e ci ha parlato per 15 minuti: “Diego è un fenomeno. Mi ha tenuto con sé per quasi tutta la durata dell’intervallo. Mi ha detto tante volte di non avere paura perché la squadra si fida di me”. Maradona, che passa in pochi minuti dalla tuta al completo che tanto lo fa sembrare un invitato nella scena del matrimonio de Il Padrino, sa muovere i tasti giusti per motivare la sua squadra. Non sarà di certo un grande tattico ma l’empatia che ha con i suoi ragazzi copre i difetti tecnico-tattici. Lui è un generale, i suoi calciatori sono i soldati che per lui darebbero tutto, specie i suoi luogotenenti più fidati, come Jonas o Heinze.

Uno spirito che tanto ricorda l’Inter di Mourinho. I giocatori darebbero tutto per il proprio tecnico, anche una gamba. La forza mentale prima della tattica e del bel gioco, è questo che ha contraddistinto i nerazzurri di Mou lungo l’arco dell’Inter stagione vincente. Diego reinterpreta al meglio le parole ed i dettami di Josè Mourinho. Ogni guerra, ogni battaglia si può vincere se tutti sono uniti, sono sulla stessa linea, pronti a vedersela contro  tutto e tutti.

Sezione: Speciale Mondiali / Data: Sab 19 giugno 2010 alle 09:21 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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