Michele Uva, vicepresidente dell’Uefa, è intervenuto ai microfoni di Radio Uno Rai nel corso di ‘Sabato Sport’ per spiegare nel dettaglio quali sono le novità decretate nel corso dell’ultimo esecutivo dei giorni scorsi per quel che riguarda i format delle competizioni europee.

Perché la scelta della Champions League con la finale a otto a Lisbona?
“Innanzitutto la Uefa, postponendo l’Europeo del 2020, ha mostrato una leadership mettendo davanti i campionati nazionali, chiedendo di portare a termine prima i tornei locali e le Coppe che abbiamo messo dopo il 3 agosto per consentire ai campionati di terminare il loro corso. Oggi 40 leghe su 55 hanno ripreso la loro attività. A Lisbona saranno giorni bellissimi, il ritorno al calcio giocato è un segnale di grandissima attenzione che il calcio ha per la comunità sociale. Il calcio non è solo business, perché tocca tutti, dal bambino di 5 anni al grande campione. Vivremo giorni bellissimi tra le finali di Champions, quelle di Europa League in Germania e quelle della Champions femminile in Spagna”.

Quando potremo capire se e come si potrebbero giocare anche internazionali col pubblico sugli spalti?
“I tifosi dal vivo sono una parte essenziale del gioco del calcio come di tutti gli altri sport. Bisogna fare in modo che il pubblico non rimanga solo una questione estetica, ma di compatibilità della salute pubblica verso un settore economico importante in tanti Paesi come il calcio. Però oggi hanno riaperto i cinema e altre attività di intrattenimento, quindi si può pensare come aprire gli stadi in Italia assolutamente in maniera compatibile con gli interessi della salute pubblica”.

La Final Eight è una formula d’emergenza o può essere il preludio a una grande riforma delle Coppe?
“No, abbiamo pianificato la prossima stagione che inizierà a metà ottobre, anche per riprendere i campionati nazionali, con la consueta formula che appassiona un miliardo e mezzo di persone in giro per il mondo. Non vedo perché pensare a qualcosa di diverso, pensando anche che il prossimo è l’anno degli Europei”.

Si poteva aspettare prima di prendere la decisione di sospendere il campionato in Francia?
"Io solitamente mi occupo del calcio europeo nel suo complesso, ogni nazione è giusto che faccia le sue valutazioni. In Belgio, Francia e Paesi Bassi sono stati i governi a sospendere le manifestazioni sportive, non mi sembra il caso che io giudichi le decisioni dei governi di altre nazioni". 

Parlando degli Europei, c’è soddisfazione per avere mantenuto la partita inaugurale in Italia?
“Certamente, la gara inaugurale di solito apre un mese straordinario. C’è grande soddisfazione, ora abbiamo anche una Nazionale con un grande allenatore. Speriamo di assistere ad uno spettacolo straordinario, pensando che alla fine l’Uefa con questi grandi tornei riesce a finanziare tutta l’attività del calcio, dai bambini al calcio di vertice”.

Confermate il sostegno al calcio femminile?
“Assolutamente sì, usando lo stesso format della Champions maschile anche per quella femminile dimostriamo che l’Uefa ci punta perché è parte integrante di una crescita a livello sportivo e sociale. L’interesse sta crescendo, dobbiamo essere noi il driver di un movimento che può far crescere un intero sistema”.

Sezione: News / Data: Sab 20 giugno 2020 alle 21:46
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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