Francesco Toldo è intervenuto questa mattina a Radio Nerazzurra in diretta per un tuffo nei ricordi di una lunga carriera in nerazzurro. "Cosa ricordo del Triplete? Mi ricordo tutto - dice l'ex portiere -. Bisogna però entrare negli argomenti e nei ricordi. Si accendono le luci spettacolari di quell'anno. Ne sono passati dieci e fa un po' specie. Come ho iniziato da bambino a fare il calciatore in maniera felice e ho concluso in maniera altrettanto felice comunicando a Moratti che avrei smesso. Un'annata splendida, spero non irripetibile in modo da poter essere ancora così felici da tifosi. Un'ubriacatura che ha fatto felici tutti. Un gruppo eccezionale. Mourinho? La grande dote era la chiarezza. Si diceva quel che si pensava. Atteggiamenti duri o morbidi che fossero. Avevamo capito che si lavorava per la società. Qualsiasi osservazione veniva presa bene, nessuno se la prendeva. Mourinho diceva in faccia le cose, anche ai giocatori più rappresentativi. Cercava di proteggere chi era più debole in società. E' una persona intelligente, sa come prendere i giocatori e anche i giornalisti. Le loro conferenze stampa erano un cinema".

Sempre parlando del Triplete, l'ex portiere ricorda: "Il ritorno al Meazza è stato un'apoteosi. Tutto un abbraccio, uno sfogo. La tensione accumulata in quell'anno è stata tosta. Potevamo andare o dentro o fuori in ogni occasione. Avevamo la Roma sempre attaccata in campionato e in Champions o Coppa Italia basta mollare un attimo e sei fuori. Rischiavi di vincere tutto o niente, per cui fino alla fine eravamo tutti concentrati e nessuno usciva dalla linea guida".

Toldo ha parlato anche del rapporto che aveva con alcuni compagni, nello specifico Balotelli e Eto'o. "A Balotelli vogliamo tutti bene. Tante cose però non riusciva a capirle, le ha capite dopo. Se la prendeva per alcune osservazioni, ma non capiva che era perché vedevamo un potenziale e cercavamo di tirarglielo fuori. Ma è un bravissimo ragazzo, solo che i suoi atteggiamenti lo espongono al giudizio delle persone. Ha tutto, fisico e talento. Ma ormai è diventato uomo e la strada l'ha segnata. Eto'o è una persona molto allegra, tranquilla. Uno di quelli che regge maggiormente la pressione. Non a caso fa anche possesso in difesa se serve. In campo ti invitava alla calma, a dargli la palla. In quel caso ti servono quelle persone. Fuori dal campo è tranquillissimo. Una persona a posto. Forse per l'ambiente in cui è cresciuto. Tante volte ci 'sbattiamo' per delle cavolate, che lui considerava tali. Una persona deliziosa".

Quello del Triplete fu anche l'anno che segnò il ritiro dall'attività agonistica. "Avevo 38 anni quando ho smesso. Ma l'ho fatto perché volevo voltare pagina. Non volevo vivacchiare. Già è stato tanto stare buono in panchina per il bene del gruppo. Ci stavo già pensando durante l'annata. A 33 mi sono tirato via dalla Nazionale perché non volevo più andare in ritiro. Quando comincia a pesarti quello che considero un gioco devi tirarti indietro. Bisogna sapersi accontentare", ha raccontato ancora Toldo.

Tra le partite migliori della carriera, a Toldo viene ricordata quella contro l'Olanda degli Europei del 2000. "Quella è stata la partita che tutti gli sportivi si ricordano. L'ho disegnata la sera prima quando ho deciso che dovevo parare tutto per andare ai rigori. Quando siamo rientrati a casa la gente ci applaudiva, per me è stata una partita normale. Sei abituato al vertice a lavorare in quel modo. Sono gesti ripetitivi che fai in allenamento e poi ripeti in partita. Con l'Inter ricordo quella di Valencia, erano veramente battaglia. Ricordo anche Arsenal-Inter, dove parai un rigore. Il portiere tende però a mettere da parte le grandi parate e vedere dove si può far meglio o dove si è sbagliato".

VIDEO - ALLA SCOPERTA DI... - MARCOS PAULO, PROSPETTO DA TOP PLAYER

Sezione: News / Data: Lun 07 dicembre 2020 alle 12:05
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print