"Sto bene. Sono stato fortunato, ci siamo accorti del virus prima che si manifestassero tutti i sintomi, così abbiamo iniziato subito la cura. Ora sono a casa, mi sto riposando". Questo il racconto di Fatih Terim, appena uscito dal'incubo coronavirus. Nell'intervista dell'Imperatore alla Gazzetta dello Sport, ovviamente, trova ampio spazio anche il calcio.

Il calcio, in tutto questo, è in pausa, ma Istanbul aspetta ancora la finale di Champions League. Come vede la sua città in giorni così strani?
"Abbiamo delle vite che consumiamo troppo velocemente. Questo virus ha detto “stop!” a tutto il mondo e Istanbul non è diversa. Anche se c’è il sole, si sentono tristezza e incertezza. Ma sapere che tutto passerà ci dà speranza".

Si parla di giocare in città addirittura una Final Four di Champions, con semifinali e finale. Le piace l’idea?
"Certo che mi piace, perché no? Negli ultimi anni la Turchia ha investito tanto nello sport e negli impianti sportivi. Istanbul ha la capacità di ospitare grandi eventi e questo mi rende felice e orgoglioso".

Diversi club si stanno concentrando sullo scouting, per cercare giovani a un prezzo inferiore. È questa la strada contro la crisi?
"Io credo che, nel futuro immediato, la cultura di un club sarà decisiva in termini sportivi, amministrativi ed economici. Una corretta programmazione, i tagli e lo scouting, da soli, potrebbero non dare la soluzione necessaria".

Crede che il mondo, e qui non parliamo di calcio, cambierà dall’estate? Oppure riprenderemo a fare le stesse scelte, buone o cattive che siano?
"Certo che cambieremo. Quello che stiamo passando è prima di tutto un trauma, personale e sociale. Cambieranno la sociologia, la psicologia, l’economia, le relazioni internazionali, lo sport. Sì, cambierà tutto".

Sezione: News / Data: Ven 17 aprile 2020 alle 23:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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