Ai microfoni di Rai Due, nel corso di ‘90° minuto’, è intervenuto il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora per analizzare la delicata situazione vissuta dall’Italia e di conseguenza anche dal campionato italiano: “Il mancato stop del campionato non si è verificato per un gesto irresponsabile della Serie A e del suo presidente Dal Pino. Agli italiani stiamo consigliando di rimanere a casa, il mondo del calcio ha sempre rivendicato la loro autonomia che poi si rimbalzano tra i vari soggetti interessati, nessuno si prende la propria responsabilità. C’è anche un interesse economico importante. È come se questo meraviglioso mondo dello Sport che frequento da qualche mese in qualità di ministro si senta immune, come se dovesse andare avanti ad ogni costo. La situazione evolve ora dopo ora e non ci possiamo più permettere di giocare”.

Sull’assenza delle gare in chiaro: “La Lega non si assume le sue responsabilità, il presidente Dal Pino è il primo che rimanda ad altri una responsabilità che oggettivamente è della Lega. Non mi sembra che sia consapevole della gravità che il Paese sta vivendo. È vero che il dpcm consente di giocare a porte chiuse, ma stiamo aspettando che ci sia una positività in Serie A? Cosa serve per convincere la Lega a prendersi le proprie responsabilità? In questo caso di emergenza avevamo proposto, fatti salvi i diritti di Sky, di dare in differita la possibilità anche ad altri soggetti di trasmettere le partite, anche per far sì che la gente non si assembri in altri luoghi per vederle. Si è parlato solo di soldi, mai un passo avanti. È come se questo mondo vivesse fuori dalla realtà. Bisognava trovare un accordo unanime tra tutti che però nel nome del Dio denaro non si è voluto trovare. Sicuramente metterò mano alla legge Melandri, in tutto questo forse qualcosa di positivo c’è. Se dicono di essere stati bloccati dalle leggi presenterò un nuovo disegno legge per le partite in chiaro. Il mondo del calcio continua a dare solo un pessimo esempio”.

Gli viene poi chiesto se adesso si aspetta lo stop del campionato: “Io personalmente me lo auguro, ma io rispetto l’autonomia sempre rivendicata dallo sport. Io non sto giudicando né condannando l’atleta che oggi ha esultato e ha fatto quel gesto abbracciando i compagni (Pandev, ndr), ma il calcio deve  misurarsi con questa emergenza che stiamo vivendo. È giusto che il calcio dia il suo segnale nella speranza di tornare al più presto alla normalità. Quando le partite si sono giocate oggi non ho detto che si è fatta un’irregolarità, ma l’invito che noi facciamo alle varie realtà associative è quello di evitare quello che possiamo evitare. Gli scienziati ci dicono che l’unico modo di limitare il contagio è quello di ridurre i contatti. Ora aspettiamo martedì, io confido molto nell’equilibrio che ha avuto il presidente Gravina. "Non possiamo prevedere l'evolversi della diffusione del Coronavirus. Stiamo acquisendo esperienza quotidianamente, fornendo un esempio anche a tanti altri Paesi. Non abbiamo voluto fare subito un provvedimento per fermare tutto, volevamo provare a vedere che cosa sarebbe successo, ma oggi che ci rendiamo conto che l'attività di contenimento è la più importante. Stiamo cercando di prendere delle decisioni in equilibrio e non siamo affatto in ritardo, stiamo lavorando 24 ore al giorno da due settimane per capire quale sia la miglior decisione da prendere giorno dopo giorno e addirittura ora dopo ora. Ho già parlato con diversi colleghi europei. Questa settimana dovremo accelerare i contatti con le Federazioni e i vertici dello sport mondiale, non possiamo farci trovare impreparati agli importanti appuntamenti internazionali che ci aspettano".

Sezione: News / Data: Dom 08 marzo 2020 alle 19:20
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print