Intervistato in esclusiva da sportpaper.it, Gigi Simoni ha commentato le vicende nerazzurre non solo sotto l'aspetto calcistico.

Sul momento attuale dell'Inter, Simoni dimostra di avere le idee chiare.

“I nerazzurri non sono in difficoltà, semplicemente quest’anno dovranno sudarsi il tricolore di più rispetto al passato perché il divario con Milan, Juventus e Roma si è ridotto. Comunque ritengo l'Inter ancora la squadra più forte. Moratti dice che si aspettava qualche punto in più? Il presidente è abituato bene, le prestazioni dell’Inter da cinque anni sono notevoli, ma credo che non sia poi così insoddisfatto”.

Su Benitez e la rosa a sua disposizione Simoni la pensa così.

"Lo spagnolo è un bravo allenatore e una persona in gamba. Non dobbiamo dimenticare che non è semplice allenare una rosa che solo l’anno precedente ha vinto tutto ciò che c’era da vincere: per molti calciatori è inconscio sentirsi appagati, mica tutti si chiamano Zanetti… Inoltre, mi sembra che gli infortuni non stiano dando tregua in questo avvio. La rosa, comunque, è all’altezza e non vedo tutta questa necessità di intervenire sul mercato già a gennaio. Sento dire, ad esempio, che potrebbe arrivare Benzema e mi chiedo a cosa serva uno come il francese in un attacco che può già contare su Milito, Eto’o e Pandev”.

Difficile, se non impossibile, ripetere la Tripletta storica.

"Credo proprio di si. Del resto, se nessuno fino allo scorso anno c’era mai riuscito, un motivo ci dovrà pur essere. L'eventuale arrivo di Kakà? Ovviamente i grandi giocatori, anche se arrivano in una squadra composta già da campioni, sono sempre bene accetti e io, da simpatizzante, sarei ben contento di vedere il brasiliano in maglia nerazzurra. Dal punto di vista tecnico non si discute, l’unica perplessità che ho deriva soltanto dalle condizioni fisiche del calciatore. Non credo che possano nascere dei dualismi con Sneijder, potrebbero tranquillamente giocare entrambi dietro a una punta di peso: i grandi giocatori possono sempre coesistere, basta la volontà. In ogni caso, quello che conta non sono i moduli, ma l’equilibrio di squadra e la voglia dei giocatori di sacrificarsi, come dimostrato da Eto’o e Pandev lo scorso anno. Se sarei sorpreso di vedere Kakà sull’altra sponda del Naviglio? Assolutamente no, ormai ci siamo abituati a situazioni simili, tipo Ibrahimovic al Milan o Adriano alla Roma. Nessun tradimento, i calciatori sono dei professionisti. Anzi, vi dico di più: per me sarebbe una situazione interessante e positiva”.

L'interessantissima intervista si chiude con l'argomento Calciopoli. E Simoni dimostra di non avere 'memoria corta' come la maggior parte degli addetti ai lavori...

“La Juventus rivuole gli scudetti, ma la verità è che dovrebbero restituirne un altro: nel 1998 subimmo una grande ingiustizia. A parte quel giorno al Delle Alpi, fummo danneggiati anche in molte altre occasioni, su tutte ricordo la trasferta di Empoli. Inoltre c’è da dire che in quel periodo, oltre ad arbitraggi sospetti, i bianconeri erano coinvolti anche nell’inchiesta sul doping a seguito del grido di allarme lanciato da Zeman. Se ho qualcosa da dire all'ex arbitro Ceccarini (quello del famigerato Juventus-Inter del '98, ndr)? Credo di non dover dire niente a Ceccarini. Sono passati dodici anni e il tempo è stato galantuomo. Penso si sia convinto da solo...".

Sezione: News / Data: Sab 09 ottobre 2010 alle 01:02 / Fonte: sportpaper.it
Autore: Alessandro Cavasinni
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