Gigi Simoni parla alla Gazzetta dello Sport dei suoi due vecchi amori: Fiorentina e Inter. "Sousa era un calciatore con cervello e senso tattico. Era già allora un allenatore - ricorda quando lui lo allenava ai tempi dell'Inter -. Quella era un’Inter costruita sul Fenomeno. Ronaldo aveva bisogno di spazi e quindi la tattica giusta era aspettare gli avversari e colpire in contropiede. Sousa era formidabile nel gestire il possesso palla; Simeone, invece, era perfetto per accendere le ripartenze. Quindi fui obbligato a scegliere l’argentino. Un’altra testa pensante. Un altro nato allenatore. Vorrei ricordarvi che Ronaldo segnò 25 reti. Quanto servirebbe il Fenomeno all’Inter di oggi!". 

Inter e Fiorentina possono vincere lo scudetto? 
"Sulla carta Roma e Napoli hanno qualcosa in più, ma solo sulla carta. L’Inter giocando male è in testa alla classifica. La squadra di Mancini può solo migliorare e quindi certo che può conquistare il titolo. La Fiorentina è la bellezza al comando. Grazie al lavoro di Sousa è diventata la seconda squadra di tanti innamorati di calcio. Una simpatia che potrebbe dare ai viola la spinta decisiva".

L’Inter segna con il contagocce. 
"Vogliamo essere onesti? Icardi ha detto cose giuste nel modo sbagliato. L’argentino doveva chiudere la porta dello spogliatoio e illustrare a tutti, tecnico compreso, il suo pensiero. Icardi ha ragione quando dice che di palloni buoni davanti ne arrivano pochi. Ma l’Inter può vincere lo scudetto solo se Icardi torna il cannoniere della passata stagione".

Mancini sta cercando anche una testa pensante. 
"Ma non credo che Pirlo possa essere la figura giusta. Tra l’altro non si è lasciato bene con il pianeta nerazzurro. L’Inter deve trovare un regista diverso da Pirlo per completare un centrocampo che per il momento ha solo muscoli bestiali. Il generale Inverno può aiutare i nerazzurri. I campi pesanti potrebbero valorizzare la forza dei vari Medel, Felipe Melo, Kondogbia".

L’Inter dietro è imbattibile. 
"Miranda è stato un grande acquisto. I problemi dei nerazzurri sono davanti. Jovetic, Ljajic e Perisic sono bravi ma non sono fenomeni in senso assoluto. E nessuno in mezzo al campo è in grado di innescarli con i tempi giusti. Nessuno li telecomanda. Penso che non sia stata una buona scelta rinunciare a Kovacic che aveva molto da imparare ma che poteva essere il regista giusto per questa squadra". 
 

Sezione: News / Data: Dom 15 novembre 2015 alle 09:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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