"Credo sia un bene se i problemi dell’Inter vengono allo scoperto. È un esercizio inutile parlare di tattiche ed equilibrio sul campo se poi a non avere equilibrio è la società". Anche Mario Sconcerti si sofferma sul momento delicato dell'Inter a livello societario. Ecco il suo pensiero espresso sulle colonne del Corriere della Sera: "Thohir non si sta rivelando un esperimento utile, ormai da tempo. Prestare i soldi alla tua azienda mettendoli a bilancio è un esercizio regolare ma affonda l’azienda. Essere dall’altra parte del mondo è un diritto, ma affonda i rapporti. Il problema non è se Thohir voglia vendere o meno. Non è obbligatorio avere un poeta per presidente, è obbligatorio sapere cosa esattamente voglia quel poeta. Thohir è un imprenditore puro, cerca soldi dagli investimenti. E l’Inter non ne dà. Quasi nessuna grande squadra produce profitti. Un tempo era l’immagine a ripagare. Nell’informazione globale l’immagine è come un atomo distorto, fondamentale ma inessenziale. Thohir in sostanza faccia quello che gli conviene, venda, resti, compri, ma lo faccia in fretta e con chiarezza. L’Inter non è un’azienda normale dove i clienti, se si chiude una porta, ne aprono un’altra. Il calcio è un’azienda ogni volta unica, con il mistero religioso che questo implica. Non c’è fino a oggi rancore per Thohir, ha tentato un esperimento, non sta riuscendo, è colpa sua o del mondo, non importa. È fondamentale però uscirne senza danni per nessuno. I suoi interessi sono fondamentali ma non più dell’Inter. Non si spieghi solo bene, sia adesso soprattutto sincero. Con un’ultima domanda: cosa ne pensa Moratti?". 

Sezione: News / Data: Gio 25 febbraio 2016 alle 10:45 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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