Chi si chiedeva perché non si parlasse in modo serio su Tv e giornali del mercato nerazzurro è stato accontentato. L'Inter, certamente a sorpresa nei modi e nei tempi, cambia allenatore. Chi mi segue assiduamente sa che non ho mai ritenuto scontata la permanenza di Leonardo all'Inter. Non sono un indovino, ma dopo tanti anni di professione ho imparato ad interpretare certi segnali nerazzurri e, soprattutto, conosco Moratti fin dal 1990, quando non era ancora presidente dell'Inter.

Al di là delle pesanti sconfitte con Milan e Schalke, Leonardo all'Inter ha migliorato il rapporto con la squadra, anche se pure Freddy Kruger avrebbe saputo farsi volere bene più di Benitez, ha vinto il 100% delle partite casalinghe col secondo posto in campionato e ha vinto la Coppa Italia. Ma in lui c'è sempre stato qualcosa che non ha mai pienamente convinto. O meglio lui è il primo a non essere convinto di quello che vuole fare. Un giorno si sente dirigente, un altro allenatore, un altro chissà cosa. E nel calcio c'è bisogno di certezze, al limite anche di balle, ma raccontate bene. Insomma Leo è un inquieto per definizione e se saper cambiare idea nella vita è segno di intelligenza e di umiltà, nel calcio non è diverso. Da due settimane l'Inter era in attesa di un programma serio, ma Leo ha continuato a dare l'impressione di non saper bene come muoversi: non monetizzare un'eventuale cessione di Maicon rischiando di portarsi a casa Kakà che non si sa neppure come stia, tanto per fare un esempio a caso, è un'operazione da bar sport dopo una raffica di Aperol o da dibattito televisivo, non certo da brain-storming per ripartire alla grande con una squadra che ha vinto tutto.

Moratti si è spaventato. Così lo ha richiamato pubblicamente, in perfetto 'morattese': lo ha elogiato come direttore generale, un ruolo che però Leo al momento non ricopre e nel contempo lo ha invitato a concentrarsi come allenatore, il ruolo che Leo sta(va) ricoprendo e che avrebbe dovuto continuare a ricoprire. Leonardo allora ha capito che un'affascinate poetica non sempre può coprire certe incertezze, perché Moratti è sempre stato un tipo molto pratico. Lui che avrà un mare di difetti ma non è certo scemo, ha capito al volo che al primo rovescio, magari in Supercoppa Italiana, avrebbe rischiato subito la panchina e ha preferito defilarsi.
Leo aveva già informato Moratti del contatto con il Paris Saint Germain, poi approfondito nello scorso week-end a Doha in Qatar, in un incontro con gli emissari della nuova proprietà che fa capo allo sceicco Tamim Bin Hamad Al Thani. Per lui ci sono poteri illimitati e 5 milioni di euro all'anno con la tranquillità di poter lavorare in assoluta serenità, visto che a quanto si dice la squadra di calcio francese per questi arabi è solo un giocattolo come tanti altri. Cercavano un uomo di calcio che se occupasse a tempo pieno proprio per non doverci pensare in prima persona.

Inoltre davanti ai tentennamenti di Leo, qualche giocatore dell'Inter, Sneijder in testa, ha cominciato a porsi qualche domanda sul futuro. C'è chi ha chiesto a Leo le intenzioni sul suo conto e si è sentito rispondere che la sua permanenza sarebbe dipesa dalla possibilità di trovare altro. Mai rispondere così ad un calciatore che si è deciso di cedere: per un grande allenatore il suo ragazzo è sempre il migliore anche se ne ha appena chiesto la testa.

Per la sostituzione di Leonardo è spuntato Marcelo Bielsa, nome che a prima vista non convince neppure me. Ma io faccio cronaca di quel che succede non dei disastri che verranno, occupazione principale di un certo tifoso-medio interista. Ognuno tanto ha la sua idea: io per esempio mi sarei buttato su Mihajlovic, visto che altri candidati non sono percorribili, compreso Villas Boas che sulla sua permanenza al Porto ha posto una clausola morale prima ancora che economica: desidera crescere gradualmente, non è andato in Inghilterra per non bruciarsi e quindi per quest'anno non verrebbe neppure all'Inter.

Tralasciando coloro che vivono perennemente su altri pianeti e che parlano ancora di Mourinho, senza sapere che Josè non lascia mai un lavoro a metà, o addirittura di Zenga che, ribadisco per la milionesima volta, ispirerà i tifosi nerazzurri più esperti ma per nulla Moratti, torniamo alla realtà. Marcelo Bielsa non gode di molto credito, ma la cosa non mi preoccupa, perché qui nessuno lo conosce davvero. Dalla sua parte ha il gradimento di Moratti e vi assicuro che per sopravvivere all'Inter è fondamentale. Poi è certamente più allenatore di Leonardo e piace molto ai giocatori, cosa che conta moltissimo in una qualsiasi squadra di calcio. Per questo più che a Benitez, Bielsa potrebbe assomigliare a Cuper, altro argentino che non mi ha mai fatto impazzire e che dopo l'esperienza all'Inter è sparito dal grande calcio. Se davvero sarà Bielsa il prescelto, aspettiamo a giudicarlo. Il bravo allenatore è sempre quello che vince e al di là del modulo 3-3-1-3 di cui tanto si ciancia, il feeling con la squadra viene prima di tutto. E chi ha lavorato con Bielsa pare averlo fatto molto bene.

Sezione: News / Data: Gio 16 giugno 2011 alle 11:40 / Fonte: Gianluca Rossi per GanilucaRossi.it
Autore: Redazione FcInterNews
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