This time is for Africa: in fondo Shakira lo cantava già a primavera ancheggiando nella sua waka waka. E' il tempo dell'Africa anche nella prima semifinale del Mondiale per Club ad Abu Dhabi che si è chiusa col clamoroso successo dei congolesi del TP Mazembe sugli strafavoriti brasiliani dell'Internacional. I congolesi, dopo un folkloristico pre-partita che li ha visti inginocchiati e raccolti in preghiera sulla linea di porta, si sono mangiati i vincitori della Copa Libertadores nella ripresa: primo gol dell'ossigenato Kabangu in apertura e raddoppio nel finale di Kaluyituka, che ha fatto fuori lo spocchioso capitano dell'Internacional Fabian Bolivar, che da mesi ripeteva "Inter non hai scampo", ma forse si riferiva alla sua Inter.
E' la prima volta che una squadra che non proviene dall'Europa o dal Sudamerica non arriva in finale.
Tout Puissant Mazembe, il nome completo della squadra africana, significa Onnipotente Mazembe: un nomignolo alla Mourinho, insomma! E il Mazembe, anche se non potrà tutto, ha comunque dato un senso logico alla formula da Coppa dell'Amicizia del Mondiale per Club, che finora aveva proposto solo soporiferi preamboli, prima arrivare sempre e comunque alla tipica finale Intercontinentale: Europa contro Sudamerica.
Ma i congolesi non sono arrivati in fondo per caso, perché prima dei brasiliani avevano superato di misura i messicani del Pachuca con un gol di Bedi (nulla a che vedere con la Moratti, ndr).
Ovvio che all'Inter il risultato della prima semifinale sia tutt'altro che sgradito: in finale ci si aspettava D'Alessandro e Sobis, ma deve arrivarci per vedersela poi con Ekanga, Nkulukuta, Kabangu, Kaluyituka, le stelle del Mazembe allenato dal senegalese N'Daye. Tra gli africani spicca pure il portiere Muteba Kidiaba, protagonista dopo il successo sull'Internacional di una esultanza che farà il giro del mondo: un saltello da seduto di cui è capace solo chi ha addominali d'acciaio!
Al pari dei congolesi, i sudcoreani corrono come 'ciclisti cinesi': lo disse Giovanni Trapattoni ai Mondiali 2002. Il Seongnam Ilhwa Chunma, squadra fondata dal discusso reverendo Moon, si è guadagnato il diritto di affrontare l'Inter strapazzando 4-1 i Campioni degli Emirati Arabi del Al Wahda, che precedentemente avevano battuto per 3-0 l'Hekari United, squadra della Papua Nuova Guinea vincitrice della Champions League d'Oceania.
L'Internacional di Celso Roth non può neppure filarsela a casa, perché sabato dovrà giocare la finalina per il terzo posto, dopo aver speso sei mesi per raggiungere la finalissima, traguardo che questa sera proverà a raggiungere l'Inter. I nostri stanno tutti bene, a quanto pare, ma devono tenere a mente che a volte nel calcio può anche vincere chi corre di più, come si è appena visto. L'Inter deve puntare soprattutto a far correre la palla, che come diceva Mario Corso, non suda.

Sezione: News / Data: Mer 15 dicembre 2010 alle 09:53 / Fonte: Gianluca Rossi per Gianlucarossi.it
Autore: Redazione FcInterNews
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